Lo scorso 3 febbraio 2024, la sonda Juno della NASA ha realizzato una nuova impresa nello spazio, avvicinandosi alla luna di Giove, Io, a una distanza di circa 1.500 chilometri, replicando così la prodezza del suo primo sorvolo del 30 dicembre 2023. Questa sequenza di sorvoli ravvicinati si prefigge l’obiettivo di svelare i segreti del dinamismo vulcanico di Io e di verificare la presenza di un oceano di magma sotto la sua superficie accidentata.
Io spicca nell’orbita di Giove come il corpo più geologicamente attivo del Sistema Solare. La sua superficie è un caleidoscopio di colori vivaci e di fenomeni vulcanici intensi, stimolati dall’interazione gravitazionale con Giove e le altre lune. Questa caratteristica rende Io un oggetto di grande interesse scientifico e un focus di studi avanzati in astronomia e scienze planetarie.
Io e le sue caratteristiche uniche
Galileo Galilei, con la scoperta di Io e delle altre lune galileiane, aprì la strada a una nuova comprensione degli oggetti celesti che gravitano intorno a pianeti diversi dalla Terra. Questo evento segnò un punto di svolta nello studio dell’astronomia, sfidando la visione geocentrica dell’universo e ampliando i confini della conoscenza umana.
Le peculiarità di Io non si fermano alla sua storia. Con un diametro di 3.643 chilometri, supera di poco le dimensioni della Luna terrestre e si distingue per una composizione prevalentemente silicatica, arricchita da ferro o solfuro di ferro. La sua superficie è un teatro di attività vulcanica senza eguali, ospitando oltre 400 vulcani attivi, estese colate laviche e montagne che superano in altezza il Monte Everest. A differenza di molte lune del sistema solare esterno, Io è priva di ghiaccio d’acqua, una diretta conseguenza della sua fervente attività vulcanica che impedisce l’accumulo e la conservazione dell’acqua in forma solida.
🌋 On Feb. 3, the #JunoMission captured two volcanic plumes rising above Jupiter's moon Io – either two vents from one giant volcano, or two volcanoes near each other. The team will be analyzing this against additional data from Juno and other missions to get a better… pic.twitter.com/CEgZMG2rSQ
— NASA Solar System (@NASASolarSystem) February 6, 2024
L’atmosfera di Io, seppur tenue, è dominata dal biossido di zolfo, con tracce di altri gas, tutti prodotti dalle incessanti eruzioni vulcaniche che caratterizzano la luna. Il paesaggio è un mosaico di zolfo in diverse forme, che pitturano la superficie con una gamma di colori che va dal giallo al rosso, arricchito da aree bianche e nere. L’attività vulcanica di Io non ha paragoni nel Sistema Solare. Le sue eruzioni possono proiettare materiali fino a 500 chilometri nello spazio, fenomeno alimentato dal riscaldamento mareale dovuto alla sua orbita ellittica attorno a Giove.
L’unicità di Io offre spunti fondamentali per la comprensione dei meccanismi vulcanici e per l’esplorazione degli interni planetari. Lo studio di Io permette agli scienziati di analizzare le forze di marea e le dinamiche vulcaniche in contesti molto diversi da quelli terrestri, contribuendo così a modellare le teorie sulla formazione e l’evoluzione del Sistema Solare. Io continua a catturare l’immaginazione di scienziati e appassionati, rappresentando una finestra su fenomeni geologici estremi e forze primordiali del nostro Sistema Solare. L’esplorazione di questa luna non solo arricchisce la nostra comprensione dell’universo ma sottolinea anche l’incessante dinamismo dei corpi celesti che lo compongono.
On Feb. 3, the #JunoMission will buzz close by Jupiter's volcanic moon Io. In this view from Juno's most recent flyby, the moon's night side is lit by "Jupitershine," sunlight reflected by the planet. https://t.co/zARMKto0VI
Image processed by citizen scientist Emma Wälimäki pic.twitter.com/188n7uwsLb— NASA Solar System (@NASASolarSystem) February 2, 2024