Le ultime riprese effettuate dal Telescopio Spaziale James Webb, una collaborazione tra NASA, ESA e CSA, hanno offerto uno sguardo senza precedenti su NGC 604, una vivace regione di formazione stellare incastonata nella Galassia del Triangolo, distante 2,73 milioni di anni luce dal nostro pianeta. Queste immagini, catturate grazie agli strumenti Near-Infrared Camera (NIRCam) e Mid-Infrared Instrument (MIRI), rivelano con straordinaria chiarezza un panorama stellare fino ad ora inesplorato, caratterizzato da maestose bolle cavernose e sinuosi filamenti di gas che tessono insieme il ciclo vitale delle stelle.
All’interno di questo affascinante scenario celeste, NGC 604 nasconde al suo interno oltre duecento astri fra i più ardenti e massicci conosciuti, categorizzati principalmente come stelle di tipo B e O. Le ultime, in particolare, possono vantare masse superiori di oltre un centinaio di volte rispetto a quella del Sole, rendendo questa concentrazione di giganti cosmici un fenomeno relativamente raro nel contesto dell’Universo a noi prossimo e assente all’interno della nostra Via Lattea.
Caratteristiche uniche
L’osservazione attraverso la NIRCam nel vicino infrarosso (foto di copertina) ha messo in luce affascinanti strutture: viticci e ammassi di emissione che splendono di un intenso rosso, delineando grandi cavità nella nebulosa, scavate dai venti stellari e dall’azione ionizzante della radiazione ultravioletta emessa dalle giovani stelle. Questa interazione genera un fulgido bagliore spettrale, dove l’idrogeno ionizzato brilla di un vivido azzurro e bianco.
Inoltre, le striature arancioni che caratterizzano le immagini nel vicino infrarosso sottolineano la presenza di idrocarburi policiclici aromatici (PAH), composti organici che giocano un ruolo cruciale nei processi di formazione stellare e planetaria, la cui origine rimane tuttavia avvolta nel mistero. La presenza di idrogeno molecolare, indicata dal rosso più intenso lontano dalle radure di polvere, segnala la presenza di gas più freddo, un ambiente propizio alla nascita di nuove stelle.
La risoluzione eccezionale offerta dal telescopio Webb ha permesso di osservare dettagli fino ad ora inesplorati, come due stelle giovani e luminose che emergono attraverso la polvere, creando aperture nella nebulosa e collegandosi tramite gas diffuso di colore rosso. Queste formazioni, precedentemente individuate come entità separate nelle immagini a luce visibile del Telescopio Spaziale Hubble, si rivelano ora in tutta la loro connessione.
La prospettiva offerta dal MIRI nelle lunghezze d’onda del medio infrarosso (foto di cui sopra) aggiunge ulteriori strati di comprensione sull’attività dinamica di NGC 604. In questa visuale, le stelle appaiono in numero ridotto poiché la loro luminosità diminuisce in queste lunghezze d’onda, mentre gas e polveri più fredde risaltano maggiormente. Inoltre, alcune supergiganti rosse e galassie di sfondo precedentemente visibili si attenuano, mentre i viticci di materiale blu indicano ancora una volta la presenza di PAH. Con una stima di circa 3,5 milioni di anni, NGC 604 si estende per circa 1300 anni luce, rappresentando una delle più imponenti e dettagliate finestre sulla formazione stellare offerte fino ad oggi.