Se ci venisse chiesto di chiudere gli occhi e immaginare la città del futuro, le fantasiose proiezioni di ciascuno di noi avrebbero con tutta probabilità almeno un elemento comune: l’auto volante.
In effetti, assodata la fattibilità del volo umano per mezzo di una vettura aerodinamica, si fa strada da sempre il sogno del viaggio indipendente, che aggira le compagnie aeree e le infinite code nel traffico, che consente a chiunque d’essere cittadino del mondo e programmare come e quando desidera mete lontane e non più impossibili.
Nel corso dell’ultimo secolo i tentativi in questo senso sono stati numerosi e spesso bizzarri, ma pochi sanno che alcune tra le forme di auto volanti sviluppate negli anni hanno addirittura sfiorato il successo: quello che segue è dunque un resoconto dei principali prototipi concepiti fino ad oggi, volto a delineare scenari possibili e non fantascientifici sull’argomento.
Andando per ordine, il primissimo modello risale al 1917 ad opera di Glenn Curtiss: il suo “Autoplane”, lungo circa 27 piedi e con scarsa capacità di carico, per quando entusismante nell’idea di fatto non volò mai, salvo qualche tonfo di poco interesse.
La seconda sfida fu lanciata nel 1933 dal U.S. Air Commerce Bureau per mezzo di un concorso rivolto a tutti i progettisti di aeromobili, che li invitava a presentare prototipi realizzabili entro il budget prestabilito di 700$. Tra le proposte emerse il curioso disegno dell’Aerobile di Waldo Waterman, dotato di motore Studebaker e più simile nel funzionamento a una normale automobile. Nonostante fosse realmente in grado di volare, l’Aerobile non fu mai certificato nè prodotto su larga scala a causa della Grande Depressione in corso.
Il passo successivo risale al 1945, quando l’inventore americano Robert Edison Fulton Jr. riuscì per la prima volta ad ottenere la certificazione di volo dalla Civil Aviation Authority: tuttavia il suo Airphibian, costruito con materiali piuttosto pesanti, risultò essere goffo in volo e lento sul campo oltre che dispendioso, e non fu in finale mai prodotto.
Negli stessi anni, precisamente intorno al 1947, anche il disegnatore industriale Henry Dreyfuss progettava la Convaircar, un curioso prototipo di macchina volante nel senso più letterale del termine: abitacolo in fibra di vetro a quattro posti, dotato di ali rimovibili sulla parte superiore. Investitori e potenziali acquirenti guardarono a Convaircar con grande entusiasmo… perlomeno fino a quando non precipitò durante un test di volo, uccidendo il pilota e spaventando sia gli uni che gli altri.
Ripercorrendo la storia dell’auto volante, un cenno speciale spetta all’Aerocar di Molt Taylor : ispirato all’Airphibian di Robert Fulton Jr, il modello si evolveva in una sorta di mezzo a metà tra una normale automobile e una macchiana capace di volare, grazie a una sezione di coda rimovibile e ali ripiegabili. Fu realizzato nel 1949 e ne furono prodotti ben sei modelli, con tanto di certificazione CAA (oggi FAA). Taylor riuscì, a differenza dei suoi predecessori, ad ottenere un accordo per la produzione di massa, ma le condizioni imposte (circa 500 ordini in anticipo sulla messa in produzione) non permisero mai all’Aerocar di diventare realtà. Dei sei modelli costruiti, comunque, ne esiste ad oggi uno ancora in volo.
Tra il 1971 e il 1973 la Advance Vehicle Engineers (California) disegnò la Mizar, un ibrido che semplicemente applicava ali removibili a una Ford Pinto. Il nuovo prototipo sarebbe dovuto entrare in produzione a partire dal ’74 e avrebbe avuto un costo sufficientemente abbordabile (18,300$) da garantirne la diffusione di massa; ovviamente questo non accadde mai, poichè nel 1973, durante un test di volo, la Mizar perse un’ala uccidendo il suo inventore Henry Smolinski, e il pilota, Harold Blake.
Anche il Dr. Paul Moller all’epoca progettava l’auto volante, con la particolare caratteristica di poter decollare e atterrare anche verticalmente: uno studio iniziato nel 1962 e durato oltre 40 anni.
Lo Skycar, questo il nome attribuitogli, è stato perfezionato più volte e l’ultimo modello (M400 Skycar) ha dall’ ’89 effettuato con successo più di 200 test di volo. È tuttavia sufficiente guardarlo per comprendere quanto lo Skycar non sia esattamente un potenziale sostituto dell’automobile, almeno non nel suo uso quotidiano: di fatto però è in grado sia di volare che di stare su strada senza sforzo.
Più vicina al concetto di auto volante è invece Terrafugia, ad opera di una compagnia fondata nel 2006 dagli ingegneri del MIT e dell’MBA: il veicolo ricorda vagamente l’Aerocar, ma con un design molto più moderno, è dotato di ali facilmente spiegabili dall’interno della cabina di guida e può contenere due persone. Terrafugia potrebbe essere sul mercato, secondo la Compagnia, già nel 2011 e al momento tutto fa pensare che non ci saranno ostacoli: finora le difficoltà maggiori in tema di auto volanti hanno avuto a che fare con la pesantezza dei materiali e l’usabilità stessa del mezzo, ma alle soglie del terzo millennio non risultano certo insormontabili.
Diverso è parlare della totale assenza di infrastrutture necessarie per consentire il volo di più veicoli contemporaneamente. La licenza di volo per le gite fuori porta dovrà dunque attendere ancora un pò, ma tutto sommato rivisitare la storia di un sogno antico consente sempre più spesso di constatare che generazione dopo generazione, fra tentativi e fallimenti, tutto ciò che un tempo era fantascienza a un certo punto si trasforma in reale possibilità.