La provenienza dell’acqua sulla Terra ha da sempre suscitato curiosità e dibattiti tra gli scienziati. Una teoria ampiamente sostenuta propone che i meteoriti, precipitando sul nostro pianeta nei suoi primi tempi, abbiano apportato significative quantità di acqua, essenziali per la formazione della Terra primordiale. Supporto a questa ipotesi emerge da recenti scoperte, che confermano la presenza di acqua sugli asteroidi, dimostrando che questi corpi celesti non sono meri aggregati di rocce aride, ma custodi di risorse idriche.
Le investigazioni astronomiche hanno sempre considerato il ruolo cruciale degli impatti di meteoriti e comete nella fornitura di acqua e altri elementi fondamentali per il nostro pianeta. La recente individuazione di molecole d’acqua su asteroidi offre un sostegno concreto a questa teoria, illuminando le possibili vie attraverso cui l’acqua è giunta sulla Terra e potenzialmente su altri mondi abitabili oltre il nostro sistema solare.
I dati infrarossi raccolti dal telescopio SOFIA, operante da un’altitudine stratosferica a bordo di un Boeing 747SP modificato, hanno rivelato la presenza indiscutibile di acqua su Iris e Massalia, due asteroidi silicatici situati nella fascia principale, tra Marte e Giove. Questi corpi, considerati parenti prossimi dei meteoriti che hanno colpito la Terra, mostrano ora inequivocabili segni di idratazione, sfatando l’ipotesi che fossero completamente privi di acqua.
La dottoressa Anicia Arredondo, del Southwest Research Institute di San Antonio, Texas, e autrice principale dello studio pubblicato sul Planetary Science Journal, ha sottolineato l’importanza di queste osservazioni. La quantità d’acqua individuata, sebbene paragonabile a quella contenuta in una bottiglia da 33 cc per metro cubo di terreno, apre nuove prospettive sul ruolo degli asteroidi nella distribuzione dell’acqua nel sistema solare.
Un mosaico cosmico
Secondo Arredondo, la distribuzione dei materiali nel sistema solare primordiale è stata influenzata dalla loro distanza dal Sole, con i pianeti interni, come Terra e Marte, formatisi da elementi rocciosi, e quelli esterni, come Nettuno e Urano, composti prevalentemente da ghiaccio e gas. Il ritrovamento di acqua su Iris e Massalia potrebbe quindi offrire preziosi indizi sulla loro formazione e sulla storia idrica del nostro sistema solare. Per approfondire queste scoperte, il team si sta avvalendo del telescopio spaziale James Webb per esaminare altri asteroidi alla ricerca di acqua.
Le potenzialità del JWST, superiore a SOFIA in termini di capacità di raccolta dati, promettono di ampliare significativamente la nostra conoscenza sugli asteroidi e sulla distribuzione dell’acqua nello spazio. La sorpresa di trovare acqua su asteroidi prevalentemente silicatici apre nuovi orizzonti di ricerca, specialmente in confronto con asteroidi ricchi di carbonio, come Bennu, esplorato dalla missione OSIRIS-REx della NASA. L’obiettivo è ora di capire meglio il legame tra idratazione e composizione degli asteroidi, per delineare un quadro più chiaro della dinamica dell’acqua nel cosmo.