Dopo un’attesa prolungata, l’ultimo ostacolo che impediva il recupero completo del campione dell’asteroide Bennu è stato superato, segnando un momento storico per la NASA e la ricerca spaziale degli Stati Uniti. La squadra di tecnici della NASA ha finalmente risolto il problema che impediva l’apertura del contenitore del campione, rimuovendo con successo due dispositivi di fissaggio che bloccavano l’accesso dallo scorso settembre.
Affrontare questa sfida non è stato semplice: i tecnici non potevano utilizzare metodi convenzionali come il taglio con una sega circolare, dato che due dei 35 elementi di fissaggio non potevano essere rimossi con gli strumenti standard. Di conseguenza, i ricercatori hanno dovuto ideare nuovi strumenti adeguati a questa delicata operazione. La loro azione era cruciale per preservare l’integrità del campione, che deve essere aperto in condizioni incontaminate per evitare contaminazioni. Eileen Stansbery, capo della divisione ARES presso il Johnson Space Center della NASA, ha espresso grande ammirazione per il lavoro svolto dal team. La loro dedizione e innovazione hanno permesso di accedere ai più di 70 grammi di materiale precedentemente inaccessibili.
Innovazione e precisione
Gli strumenti appositamente creati per questa operazione sono stati realizzati in acciaio inossidabile chirurgico non magnetico, il materiale più duro consentito per l’uso in ambienti sterili come le glovebox. Prima del loro impiego sul campione, questi strumenti sono stati accuratamente testati in laboratorio. Nicole Lunning, curatrice di OSIRIS-REx presso la Johnson, ha evidenziato la complessità di questa sfida progettuale. Gli strumenti dovevano funzionare in uno spazio ristretto e rispettare specifiche limitazioni di dimensioni e peso. Il team di curatori ha dimostrato grande resilienza nel rimuovere gli elementi di fissaggio ostinati.
Prima di affrontare i dispositivi di fissaggio, il team era già riuscito a raccogliere circa 70,3 grammi di materiale dall’asteroide Bennu, superando l’obiettivo iniziale della missione. Questo campione, di grande valore scientifico, è già parzialmente disponibile per la comunità scientifica. L’importanza di Bennu come asteroide più pericoloso conosciuto e finestra sull’origine del sistema solare è immensa. Studiando questo corpo celeste primitivo, che è rimasto quasi inalterato per miliardi di anni, gli scienziati sperano di ottenere preziose informazioni sui processi di formazione planetaria che hanno avuto luogo 4,5 miliardi di anni fa.