Un gruppo internazionale di scienziati, provenienti da istituti di prestigio come l’Enrico Fermi Institute di Chicago e il Fermilab, ha recentemente proposto una teoria rivoluzionaria: l’esistenza di un “Universo oscuro“, parallelo al nostro, popolato da particelle che non trovano posto nel nostro mondo. Questa ricerca, pubblicata sulla piattaforma arXiv, ci invita a riflettere su un cosmo specchio, enigmatico e inesplorato, che potrebbe essere la chiave per comprendere la misteriosa materia oscura, un elemento fino ad ora invisibile agli occhi della scienza.
Il nostro universo è un enigma composto non solo da stelle, pianeti e galassie, ma anche da elementi invisibili e misteriosi. Tra questi, la materia oscura e l’energia oscura occupano un posto di rilievo nelle ricerche scientifiche. Sebbene non li possiamo vedere direttamente, indizi come la velocità con cui le galassie ruotano o l’espansione accelerata dell’universo suggeriscono la loro presenza. Questi fenomeni sfidano le leggi della fisica come le conosciamo, suggerendo l’esistenza di regole diverse per queste forme misteriose di materia ed energia.
Un ponte tra due mondi
La teoria proposta dai ricercatori introduce un’idea affascinante: un legame sottile ma fondamentale tra il nostro universo e l’universo oscuro. Questo collegamento si basa su una simmetria tra le interazioni delle particelle della materia ordinaria e quelle della materia oscura. Un indizio che ha portato gli scienziati a questa conclusione è la sorprendente somiglianza tra le masse dei protoni e dei neutroni, un dettaglio che sembra banale ma che è cruciale per la formazione degli atomi e, di conseguenza, per l’esistenza della vita come la conosciamo.
Gli autori dello studio propongono che, in un universo alternativo dove il protone ha una massa maggiore, potrebbero esistere solo “neutroni oscuri”, dando vita a un cosmo radicalmente diverso dal nostro, privo della varietà atomica che caratterizza l’universo in cui viviamo. Sebbene questa ipotesi apra scenari affascinanti sul piano teorico, la sua dimostrazione pratica rimane al di fuori delle possibilità attuali della scienza.