La malattia dei cervi zombie si sta diffondendo a livello globale: l’allarme degli esperti

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Cervo
@dianaparkhouse-9868127/Pixabay

Nel Parco Nazionale di Yellowstone è stato confermato, per la prima volta, un caso di Chronic Wasting Disease (CWD), malattia cronica del deperimento, in un cervo mulo. Questa patologia, conosciuta anche come “malattia dei cervi zombie“, provoca una degenerazione del cervello in cervi, alci e alci, e si caratterizza per un tasso di mortalità del 100% tra gli animali affetti.

Attualmente non esistono vaccini o trattamenti conosciuti per questa malattia. I biologi stanno ancora lavorando per sviluppare strategie efficaci per contenerla. La CWD è stata identificata per la prima volta alla fine degli anni ’60 in Colorado, in un cervo tenuto in cattività all’interno di un centro di ricerca, e successivamente in cervi selvatici nel 1981. Da allora, la malattia si è diffusa in oltre 31 stati degli USA e in altri paesi come Norvegia, Svezia, Finlandia, Canada e Corea del Sud.

Il cervo mulo infetto era stato precedentemente catturato vicino a Cody, Wyoming, e dotato di un collare GPS in marzo, come parte di uno studio sulla sua popolazione. Dopo la sua morte, i biologi sono stati allertati via email e hanno recuperato il corpo dall’istmo che divide le parti meridionale e sud-orientale del Lago Yellowstone.

Le caratteristiche della malattia

La CWD è ritenuta causata da prioni, proteine mal ripiegate che si accumulano nel cervello e in altri tessuti. La trasmissione avviene attraverso i fluidi corporei, sia per contatto diretto che indiretto. In fase avanzata, la malattia causa sintomi come sbavatura, caduta delle orecchie, mancanza di coordinazione, letargia, dimagrimento e perdita della paura nei confronti degli esseri umani.

Questa malattia ha un periodo di incubazione di circa 18-24 mesi, durante il quale gli animali appaiono esteriormente sani. Nonostante non ci siano forti evidenze di trasmissibilità agli esseri umani, la malattia è stata sperimentalmente trasmessa a scimmie scoiattolo e topi da laboratorio geneticamente modificati.

I Centers for Disease Control and Prevention consigliano di evitare il consumo di carne di animali risultati positivi alla CWD. Si raccomanda ai cacciatori di adottare precauzioni come testare gli animali prelevati da aree infette, evitare contatti con animali sintomatici e usare guanti durante la manipolazione della carcassa.

Secondo Paul Cross, biologo presso il Northern Rocky Mountain Science Center dell’USGS, la gestione di una malattia con trasmissione pre-sintomatica è complessa, come dimostrato dall’esperienza con il Covid-19. I parchi nazionali offrono un contesto unico per osservare e studiare il funzionamento degli ecosistemi in queste situazioni.