La foto in HD di un’esplosione stellare catturata dal telescopio Webb: dettagli mai visti prima di Cassiopeia A

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Cassiopea A
©NASA, ESA, CSA, STScI, D. Milisavljevic (Purdue University), T. Temim (Princeton University), I. De Looze (Università di Gent)

Il Telescopio Spaziale James Webb ci ha regalato un’altra immagine straordinaria, questa volta dei resti della celebre supernova Cassiopeia A. Questa stella esplosa, tra le più famose e studiate, è stata immortalata in una fotografia ad alta definizione, scattata utilizzando la tecnologia della fotocamera per il vicino infrarosso.

Questo nuovo scatto svela particolari mai osservati prima, mostrando la supernova in una veste che ricorda uno splendido addobbo natalizio, pronto per essere appeso su un albero.

Il confronto con le immagini precedenti

Il percorso di esplorazione intrapreso dal telescopio, frutto della collaborazione tra NASA, l’Agenzia Spaziale Europea e quella Canadese, ha avuto inizio lo scorso aprile con la realizzazione della prima fotografia mediante la fotocamera per il medio infrarosso. Il confronto tra quest’ultima e la nuova immagine infrarossa ha permesso agli astronomi di fare importanti scoperte.

I resti di Cassiopeia A, situati a circa 11.000 anni luce di distanza nella costellazione di Cassiopeia, sono visibili dalla Terra da circa 340 anni. Danny Milisavljevic, della Purdue University americana e a capo del team di ricerca, ha espresso il proprio stupore per i dettagli rivelati dalla nuova immagine:

Dopo anni di studi su Cas 9, possiamo finalmente osservare come la stella si è disintegrata in sottilissimi filamenti simili a frammenti di vetro, fornendoci informazioni preziose sulla sua esplosione.

La nuova fotografia in vicino infrarosso, benché meno ‘colorata’ rispetto alla prima in medio infrarosso, offre una visione unica grazie alle diverse lunghezze d’onda emesse dai resti della supernova. I colori dominanti, arancione e rosa, evidenziano il guscio esterno della stella esplosa. La precisione del JWST permette di rilevare anche i più piccoli agglomerati di gas, che, insieme a polvere e molecole, contribuiranno alla formazione di nuove stelle e sistemi planetari.