Un mondo dominato dai computer. Nel quale gli esseri umani non siano i loro schiavi. Un mondo in cui gli uomini riescano a raggiungere l'obiettivo a lungo ricercato: la vita immortale. Tutto ciò potrebbe essere possibile se si riuscisse a trovare il modo di trasferire la mente umana in un essere dotato di di intelligenza artificiale. È il messaggio che sembra trasmettere il nuovo film Transcendence, nelle sale italiane dal 17 aprile scorso. Protagonista dell'esperimento un Johnny Depp computerizzato.
Il film esplora il concetto di vita vissuta attraverso l'intelligenza artificiale. Johnny Depp interpreta il Dr. Will Caster, un autorevole ricercatore e successivamente oggetto di prova nel campo dell'intelligenza artificiale. Dopo un tentativo di assassinio da parte di un gruppo di radicali contro le nascenti tecnologie, in fin di vita, viene salvato dalla moglie che trasferisce la sua coscienza proprio nella tecnologia che egli stesso aveva contribuito a creare. Il film, pertanto, esplora il modo in cui potrebbe vivere un essere umano o ancora un'entità inorganica e se l'umanità propria di un uomo possa essere mantenuta anche quando il suo corpo passa a miglior vita.
In un futuro, magari non troppo distante, un mondo come questo non sembra così inverosimile. Diversi film, come Avatar ad esempio, Source Code o il più recente Captain America, raccontano di funzionalità proprie delle menti delle persone trasferite in un'entità esterna, sia essa organica o inorganica. Mentre una trama verosimilmente romantica esplora la sfera dei sentimenti con Her, nel quale un innamorato Joaquin Phoenix perde completamente la testa per la voce dell'interfaccia femminile di un sistema operativo.
Anche se fa parte ancora del mondo della fantascienza più che della scienza, l'idea di vivere indirettamente attraverso un computer sta diventando sempre più comune, in particolare con l'avvento di tecnologie più sofisticate e con l'intelligenza artificiale, nello specifico. Quest'ultima, soprattutto, continua ad avanzare verso livelli sempre più alti di raffinatezza e ricercatezza.
Fiction e realtà, dunque, che si intrecciano inevitabilmente. Diversi scienziati di primo piano nel campo dell'intelligenza artificiale, infatti, ritengono che l'immortalità verrà acquisita tra pochi decenni. Il fondersi tra gli esseri umani e le macchine è tema comune delle più recenti ricerche. L'obiettivo è quello di permettere all'uomo di scaricare copie digitali di se stesso nei corpi di androidi, considerati la vera prospettiva del futuro. Vivere in corpi metallici immortali apre molte possibilità per l'estensione della razza umana. Per esempio, in casi di disastri naturali, essi garantirebbero protezione impermeabile e l'immunità a tutte le forme di malattia. Inoltre, i corpi degli androidi non richiedono cibo, acqua, ossigeno e rendono la colonizzazione planetaria molto più verosimile.
Tuttavia, molti altri scienziati ritengono che questa prospettiva sia solo frutto di una fantasia, qualcosa di fattibile, ma tra molti molti anni. Attualmente, gli arti artificiali e le protesi stanno acquisendo il delicato grado di sofisticazione che può consentire di provare il senso del tatto. II robot Geminoid per esempio, creato dal professor Hiroshi Ishiguro dell'Università di Osaka, sembra stranamente simile agli esseri umani veri e propri, provvisto di capelli e un materiale che ricorda la pelle umana. Ma manca di intelligenza artificiale e deve essere controllato da remoto tramite il rilevamento del movimento di un avatar umano. Geminoid sarà utilizzato principalmente per studiare le interazioni uomo-robot.
E mentre questo esperimento si rivela un interessante sviluppo nel settore, sembra che possa anche rappresentare la vera dimensione di interazione dell'uomo con le macchine. Il fisico teorico Stephen Hawking, tra gli altri, crede che un giorno saremo in grado di trasferire un cervello al di fuori di un corpo. Ma ritiene che questo giorno sia ancora molto lontano.
Federica Vitale
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