In un’epoca in cui la comunicazione digitale è onnipresente, è fondamentale riflettere su come un gesto apparentemente semplice, come l’invio di un’emoji, possa essere interpretato in modi diversi a seconda di chi lo riceve. Una recente ricerca condotta da Ruth Filik dell’Università di Nottingham, nel Regno Unito, e dal suo team, ha messo in luce come il sesso di un individuo, tra gli altri fattori, possa influenzare la percezione e l’interpretazione delle emoji.
Il gruppo di ricerca ha condotto uno studio coinvolgendo 523 partecipanti, tra cui 253 cinesi e 270 britannici, di età compresa tra i 18 e gli 84 anni, mantenendo un equilibrio tra generi. L’obiettivo era indagare la capacità di associare correttamente 24 emoji, selezionate per rappresentare sei emozioni fondamentali (felicità, disgusto, paura, tristezza, sorpresa e rabbia), alle emozioni suggerite. Queste emoji erano basate sui design offerti da piattaforme come Apple, Windows, Android e WeChat, con quattro varianti per ciascuna emozione.
I risultati dello studio hanno rivelato che le donne tendono a essere più accurate degli uomini nell’abbinare le emoji alle emozioni intese dai ricercatori, suggerendo una maggiore abilità delle donne nel riconoscere le espressioni facciali, probabilmente dovuta a un maggiore contatto visivo. Inoltre, i partecipanti più giovani hanno mostrato una maggiore precisione rispetto agli anziani, presumibilmente per un utilizzo più frequente di questi simboli digitali.
Variazioni di interpretazione tra generi e culture
Interessanti differenze sono emerse anche tra i partecipanti britannici e cinesi, con i primi che hanno dimostrato una maggiore affinità nell’abbinamento corretto delle emoji. Ciò potrebbe riflettere diversi approcci culturali nell’uso delle emoji, come evidenziato dal team di ricerca. Ad esempio, è stato notato che in Cina l’emoji raffigurante la felicità non viene comunemente usata per esprimere tale emozione, ma può assumere connotazioni negative quali il sarcasmo.
Questi risultati sottolineano una realtà importante nella comunicazione digitale moderna: l’interpretazione di un’emoji può variare significativamente in base a numerosi fattori, inclusi sesso, età e contesto culturale. Filik mette in guardia sull’assumere che il destinatario di un messaggio interpreti un’emoji nello stesso modo in cui è stata intesa dal mittente.
Isabelle Boutet, dell’Università di Ottawa, in Canada, aggiunge una riflessione critica su questo tema, osservando come l’assegnazione di specifiche etichette emotive a un limitato numero di emoji possa non riflettere adeguatamente la complessità delle loro interpretazioni nelle diverse comunità online. La stessa Boutet evidenzia come l’uso di simboli, come l’emoji della melanzana, possa acquisire significati inaspettati sviluppatisi all’interno di specifici gruppi sociali, dimostrando la fluidità e la variabilità del linguaggio digitale.