Il flusso inarrestabile del tempo è una costante della nostra esperienza quotidiana, avanzando dal presente verso il futuro. Tuttavia, una ricerca pionieristica conduce a una scoperta sorprendente: in certe circostanze, il tempo può effettivamente essere invertito. Questa rivelazione proviene da un team internazionale di fisici provenienti dalla Roskilde University, in Danimarca, e dalla Technical University of Darmstadt, in Germania. Il loro studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Physics, fornisce le prime prove concrete della reversibilità temporale in alcuni materiali, quali vetro e plastica, segnando un momento significativo nel campo della fisica.
La percezione universale del tempo è che questo proceda in una direzione lineare, dal presente al futuro, portando con sé un aumento dell’entropia – un termine scientifico che denota il livello di disordine in un sistema. Secondo la seconda legge della termodinamica, i sistemi isolati tendono a evolvere verso uno stato di maggiore disordine, un processo considerato irreversibile. Esempi quotidiani di questa irreversibilità includono l’invecchiamento o il rompersi di un uovo.
I materiali che sfidano l’irreversibilità
L’indagine ha messo in luce l’esistenza di materiali che contraddicono questa tendenza universale. Le sostanze non cristalline, come alcuni polimeri e i solidi amorfi quali il vetro, si adattano a uno stato teoricamente stabile attraverso un processo di “rilassamento” guidato dall’entropia. Questo fenomeno è descritto dai ricercatori come un tipo di “tempo materiale”, una riconfigurazione costante di molecole che si assestano in una disposizione stabile. Sebbene il concetto di tempo materiale sia stato teorizzato sin dagli anni ’70, attraverso il formalismo Tool-Narayanaswamy, solo ora è stata dimostrata sperimentalmente la sua validità.
La conferma sperimentale di questa teoria ha rappresentato una sfida notevole. L’autore principale dello studio, Till Böhmer, e il suo team hanno superato queste difficoltà sviluppando una metodologia innovativa che si avvale di videocamere estremamente sensibili. Questi strumenti hanno registrato i modelli di interferenza creati dalla luce laser diffusa da un campione di vetro, permettendo di osservare le fluttuazioni temporali. Il risultato più eclatante è la dimostrazione che, a livello molecolare, il tempo può essere reversibile, rendendo teoricamente indistinguibile il processo di invecchiamento dei materiali se riprodotto all’indietro. Böhmer, tuttavia, avverte che ciò non implica la possibilità di invertire l’invecchiamento dei materiali nel loro complesso, poiché l’intero sistema tende a raggiungere uno stato di equilibrio definito dall’entropia.