Un gruppo di ricercatori del Center for Astrophysics (CfA) ha effettuato degli studi su HD 283572, una stella giovane che presenta somiglianze con il nostro Sole. Hanno assistito a un fenomeno sorprendente: in poche ore, la luminosità della stella è cresciuta esponenzialmente, registrando uno dei brillamenti più intensi mai osservati fino ad ora.
HD 283572 dista circa 400 anni luce dalla Terra e ha una massa superiore del 40% rispetto al Sole. Tuttavia, con meno di 3 milioni di anni, è significativamente più giovane rispetto ai 4,6 miliardi di anni del nostro astro. Questa osservazione – avvenuta tramite il Submillimeter Array (SMA), posizionato a Maunakea, nelle Hawaii – ha permesso agli astronomi di studiare la stella in una fase simile a quella vissuta dal Sole quando ha iniziato il processo di formazione dei pianeti.
Questi risultati gettano luce su un ambiente estremamente turbolento che i pianeti in formazione, inclusi quelli del nostro sistema solare, devono affrontare. Joshua Bennett Lovell, a capo del team di ricerca e scienziato presso il CfA, ha espresso stupore di fronte alla straordinaria luminosità emessa da HD 283572, sottolineando le condizioni estreme a cui sarebbero esposti eventuali pianeti in formazione nel sistema.
Si ipotizza che tali brillamenti nascano dalla rotazione stellare che causa l’intreccio dei campi magnetici. Analogamente a una molla compressa che accumula energia per poi rilasciarla, anche l’energia magnetica accumulata deve essere liberata, provocando l’espulsione di particelle ad alta velocità che si propagano nello spazio.
Una potenza inaudita
Questi brillamenti possono incrementare notevolmente la luminosità di una stella, in alcuni casi fino a centinaia di volte, su una vasta gamma di lunghezze d’onda. Tuttavia, la loro rilevazione rimane complessa data la natura imprevedibile degli eventi. In particolare, HD 283572 non mostrava segni di attività prima del suo spettacolare brillamento, e tentativi successivi di osservazione con lo SMA non hanno rivelato ulteriori attività, come spiegato da Lovell:
Questi risultati confermano la rarità dei brillamenti a lunghezze d’onda millimetriche, ma evidenziano la loro potenziale intensità per stelle di giovane età.
Durante un periodo di 9 ore, l’energia rilasciata da HD 283572 ha superato di milioni di volte quella di brillamenti simili nel nostro sistema solare, paragonabile all’esplosione dell’intero arsenale nucleare terrestre in un millisecondo, ripetutamente, per quasi mezza giornata. Garrett Keating, scienziato del progetto SMA e membro del team, ha sottolineato che l’evento potrebbe essere stato ancora più energetico considerando le lunghezze d’onda non osservate dallo SMA.
La causa precisa del brillamento rimane un mistero, con possibili spiegazioni che includono interazioni con corpi celesti non visibili o l’attività periodica delle macchie stellari. Questi brillamenti possono avere effetti significativi sui pianeti in formazione, potenzialmente erodendo le loro atmosfere nascenti. La scoperta offre spunti importanti sulle condizioni estreme a cui la Terra e gli altri pianeti del nostro sistema solare potrebbero essere stati esposti circa 4,5 miliardi di anni fa. I risultati di questa indagine sono stati accettati per la pubblicazione su The Astrophysical Journal Letters.