Il nostro Sole è testimone di una fase di attività eccezionalmente intensa. Nel giro di sole 24 ore, la sua superficie ha liberato una serie di brillamenti solari di classe X, con il più imponente tra questi che ha raggiunto una magnitudine di X6,3, lasciando gli osservatori a bocca aperta. Questo evento si distingue come il più vigoroso di questo ciclo solare, e non si vedeva nulla di così potente dalla tempesta solare di magnitudine X8,2 che si verificò nel 2017.
Nonostante questi fenomeni non rappresentino una minaccia diretta per la vita o le infrastrutture terrestri, potrebbero causare significative interruzioni nelle comunicazioni radio ad alta frequenza sul lato della Terra esposto al Sole, e persino portare a blackout. La responsabilità di questi brillamenti ricade sulla regione delle macchie solari AR 3590, che sta orientando la sua presenza verso il centro del disco solare, aumentando così le probabilità di eruzioni dirette verso il nostro pianeta durante il suo continuo sviluppo.
Gli eventi registrati comprendono un brillamento X1,8 alle 00:07 del 22 febbraio 2024, seguito da un X1,7 alle 07:07 e culminati con il potente X6,3 alle 23:34. L’emissione ultravioletta generata da questi brillamenti è la principale causa degli eventuali blackout nelle comunicazioni radio.
Le eventuali CME
Sebbene le preoccupazioni maggiori derivino di solito dalle espulsioni di massa coronale (CME), che possono lanciare miliardi di tonnellate di plasma solare nello spazio, accompagnate da campi magnetici, i primi due brillamenti non hanno mostrato segni di CME associate. Al momento della redazione, resta incerto se anche il terzo e più imponente brillamento abbia prodotto una CME.
I brillamenti di classe X rappresentano la categoria più potente, capaci in teoria di provocare estesi blackout nelle comunicazioni e danneggiamenti ai satelliti. Tuttavia, secondo le analisi sia del NOAA che del Met Office britannico, l’attuale sequenza di brillamenti non costituisce un pericolo per il nostro pianeta.
Questi episodi di intensa attività solare non sono inaspettati. Il Sole segue un ciclo di attività di circa 11 anni, culminante con un’inversione della polarità del suo campo magnetico, momento in cui i poli magnetici si scambiano i posti. Precedentemente all’inversione, il Sole manifesta un’attività crescente, con un numero maggiore di macchie solari, brillamenti e CME. Questo picco di attività, noto come massimo solare, prelude a una fase di calma relativa del Sole. Attualmente, ci troviamo nel 25° ciclo solare, con il precedente, il 24°, che si è dimostrato relativamente tranquillo. Inaspettatamente, questo ciclo sta mostrando un’attività molto più intensa di quanto previsto, suggerendo la necessità di rivedere le nostre comprensioni sulla dinamica solare.
Il brillamento X6,3 ha messo alla prova le capacità del Solar Dynamics Observatory della NASA, evidenziando la potenza inaspettata del Sole. Nonostante non ci sia motivo di allarme immediato per noi sulla Terra, questi eventi sollecitano una riflessione sulla nostra comprensione stellare. La complessità magnetica di AR 3590, con caratteristiche che suggeriscono un’alta probabilità di riconnessioni delle linee di campo magnetico, lascia presagire ulteriori sorprese. Questa regione ha una classificazione magnetica rara, indicativa di una forte probabilità di generare brillamenti solari di grande impatto. Potremmo quindi assistere a ulteriori manifestazioni di questa attività, incluse lievi CME che, interagendo con la ionosfera terrestre, potrebbero regalarci spettacoli di aurore boreali di straordinaria bellezza.