Il Sole emette un potente brillamento di classe M6.83: quali conseguenze per la Terra?

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brillamento solare
©NASA SDO

Il Sole ha recentemente manifestato un’intensa attività, culminata in un brillamento solare di classe M6.8. Questo fenomeno, che ha avuto il suo picco alle 05:36 ora locale di oggi, 29 gennaio 2024, è stato rilevato nella regione solare AR 3559. Un brillamento solare si configura come una massiccia esplosione sulla superficie del Sole, scaturita dall’interazione delle linee di campo magnetico generate dalle macchie solari. Durante questo evento, si assiste a una improvvisa e notevole variazione nella luminosità del Sole. L’energia magnetica accumulata nell’atmosfera solare viene liberata in un’ampia gamma dello spettro elettromagnetico, che va dalle onde radio fino alla gamma dei raggi X e gamma. Questa eruzione energetica è talmente potente da essere paragonabile all’esplosione simultanea di milioni di bombe nucleari.

I brillamenti solari tendono ad essere più frequenti nei periodi di massima attività solare, potendo verificarsi anche più volte al giorno. Al contrario, durante il minimo solare, la loro occorrenza si riduce notevolmente, talvolta a meno di una volta a settimana. È interessante notare come i brillamenti di maggiori dimensioni siano meno comuni rispetto a quelli di minore entità. Inoltre, i brillamenti più intensi possono generare significative espulsioni di massa coronale (CME), che consistono in grandi nuvole di plasma solare espulse nello spazio.

Impatto dei brillamenti di classe M sulla Terra

Il brillamento solare in questione, essendo di classe M, rientra nella categoria dei fenomeni di intensità medio-alta. Questi possono causare blackout radio di entità variabile, da lievi (R1) a moderati (R2), sulla faccia della Terra esposta al Sole. Inoltre, i brillamenti eruttivi di classe M possono anche scatenare tempeste di radiazioni solari. Se un brillamento di questa magnitudo avviene in prossimità del centro del disco solare rivolto verso la Terra e provoca un’espulsione di massa coronale in direzione del nostro pianeta, aumenta considerevolmente la probabilità di una forte tempesta geomagnetica, capace di generare spettacolari aurore anche a latitudini medie.

Per quanto riguarda il brillamento solare rilevato, è stata osservata un’area di oscuramento coronale, indicativa di una probabile espulsione di massa coronale significativa. Tuttavia, dato che la regione attiva del Sole si sta avvicinando al lembo occidentale, si prevede che la possibile CME sia diretta prevalentemente lontano dalla Terra. Ulteriori dettagli saranno forniti non appena saranno disponibili nuove immagini coronografiche.