Il robot pleurocistitide ispirato alla creatura di 450 milioni di anni fa riscrive la storia marina

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robot pleurocistitide
@CMUEngineering/YouTube

Nel cuore di un laboratorio dell’Università Carnegie Mellon, un gruppo di ingegneri e paleontologi da Spagna e Polonia ha dato vita a una macchina straordinaria: un robot che imita un essere marino vissuto 450 milioni di anni fa, il pleurocistitide. Questo straordinario organismo è considerato uno dei precursori degli echinodermi, come stelle marine e ricci, e aveva una caratteristica peculiare: si muoveva grazie a una sorta di gambo muscolare. Il loro studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica PNAS, non vuole solo farci viaggiare indietro nel tempo, ma aprirci una finestra su come potrebbero muoversi gli animali del futuro. Il campo di ricerca che ne esce si chiama “paleobionica” e promette di unire passato e futuro grazie alla softbotica, che utilizza materiali flessibili per creare robot che assomigliano a forme di vita.

La softbotica è un ramo della robotica che sfrutta materiali elastici per creare robot che possono piegarsi e muoversi come creature viventi. Carmel Majidi, che guida il team di ricerca, ci spiega che per capire veramente i segreti della natura, a volte dobbiamo guardare molto lontano nel passato. Anche se l’umanità ha lasciato la sua impronta sulla Terra solo per una piccolissima parte della sua storia, ci sono molte lezioni da imparare osservando gli animali che ci hanno preceduto.

Dalla natura alla tecnologia

I ricercatori hanno usato fossili per riprogettare il corpo flessibile del pleurocistitide, combinando la stampa 3D con speciali polimeri. Grazie a questo modello, sono arrivati a pensare che questo organismo si muovesse strisciando sul fondo del mare, spingendosi avanti con il suo stelo muscolare. Sebbene oggi non esistano animali direttamente comparabili, lo studio del pleurocistitide è essenziale per capire meglio l’evoluzione degli echinodermi.

La ricerca ha mostrato che i movimenti più ampi erano probabilmente i più efficienti e che allungando lo stelo, l’animale poteva muoversi più velocemente senza stancarsi di più. Secondo Richard Desatnik, uno degli autori dello studio, è importante per chi fa robotica bioispirata scegliere quali caratteristiche degli animali imitare. Zach Patterson, invece, si chiede se, per esempio, un robot a forma di stella marina debba davvero muoversi con cinque braccia o se ci sia un modo migliore.

La squadra ora vuole esplorare altri animali estinti, come il primo che ha fatto il grande passo dal mare alla terra. Questo tipo di ricerca apre scenari inesplorati che con la tecnologia robotica tradizionale non si potrebbero nemmeno immaginare. Phil LeDuc, altro coautore dello studio, esprime la sua emozione nell’usare la robotica per riportare alla luce creature che hanno vissuto quasi mezzo miliardo di anni fa. L’obiettivo è capire meglio la vita sulla Terra e questo è possibile solo collaborando con paleontologi di fama mondiale come Przemyslaw Gorzelak e Samuel Zamora.