Alcuni scienziati americani e danesi hanno sviluppato Life2vec, un’applicazione che utilizza la tecnologia di ChatGPT per predire la data di decesso delle persone con un’accuratezza spaventosa. Tuttavia, recentemente sono emersi pericoli legati a falsi siti e app che imitano questo strumento innovativo, sfruttando l’interesse pubblico per rubare dati personali.
Metro ha riferito che i creatori di Life2vec hanno identificato almeno un sito web fraudolento e vari account sui social media che si spacciano per loro. “Non abbiamo nessuna affiliazione con queste entità o altre che dichiarano di utilizzare la nostra tecnologia”, hanno dichiarato i creatori di Life2vec, mettendo in guardia il pubblico dalle imitazioni.
Come Funziona Life2vec e le sue applicazioni
Life2vec opera analizzando dettagli specifici della vita di un individuo, come reddito, professione, luogo di residenza e storia clinica, per prevedere il momento della sua morte. “La vita umana, in un certo senso, ha somiglianze con il linguaggio: proprio come le parole si susseguono in frasi, così gli eventi si susseguono nella vita umana”, ha spiegato Sune Lehmann, autore principale dello studio del dicembre 2023.
Questo “profeta digitale del destino” ha dimostrato di poter determinare correttamente l’aspettativa di vita nel 78% dei casi. Tuttavia, nonostante l’elevata precisione, Life2vec non è ancora disponibile al pubblico generale o alle aziende, essendo i software custoditi presso Statistics Denmark.
Le copie non autorizzate di Life2vec non solo possono rubare indirizzi email, numeri di telefono e dettagli delle carte di credito, ma possono anche infettare i dispositivi con malware. I creatori hanno sottolineato l’importanza di stare attenti a questi siti imitatori che non hanno nulla a che fare con il loro lavoro originale. Il modello, come descritto da Lehmann, che insegna sistemi di rete e complessi presso la Technical University of Denmark, “può prevedere quasi tutto“. La scelta di prevedere la morte è stata motivata dall’esperienza pregressa in campi come quello assicurativo, offrendo così una base solida per le previsioni.
Per testare l’algoritmo, il team di Lehmann ha esaminato una popolazione eterogenea di 6 milioni di danesi, variando per sesso ed età, dal 2008 al 2020. I dati raccolti variavano da informazioni personali a dati medici specifici, tutti trasformati in token digitali per calcolare le date approssimative di decesso. Pur rivelando capacità predittive significative, Life2vec è stato utilizzato responsabilmente, senza fornire ai partecipanti allo studio le loro previsioni di morte. L’intento non è soddisfare la curiosità morbosa, ma “comprendere cosa è possibile – e non possibile – prevedere”, ha concluso Lehmann.