Non è solo il Telescopio Spaziale James Webb a dedicarsi alla ricerca e catalogazione degli esopianeti; anche il Telescopio Spaziale Hubble gioca un ruolo cruciale in questo campo. Grazie alle sue osservazioni, gli astronomi possono approfondire la conoscenza sull’esistenza e l’evoluzione dei sistemi planetari, esplorando anche la possibilità di vita extraterrestre. Recentemente, il Hubble ha fatto una scoperta significativa: ha individuato vapore acqueo nell’atmosfera di un esopianeta terrestre, un indizio che potrebbe avere implicazioni nella ricerca di vita aliena. Tuttavia, è importante sottolineare che la presenza di acqua da sola non è sufficiente a confermare tale possibilità.
Scoperto dal Telescopio Kepler nel 2017, l’esopianeta GJ 9827 d ha attirato l’attenzione degli astronomi. Situato a 97 anni luce di distanza dalla Terra, nella costellazione dei Pesci, presenta caratteristiche intriganti. Il suo diametro è fino a due volte quello della Terra, e orbita intorno a una nana rossa ogni 6,2 giorni. La quantità d’acqua presente nella sua atmosfera resta un mistero; potrebbe trattarsi di una piccola frazione in un’atmosfera dominata dall’idrogeno o, al contrario, di una presenza significativa di acqua.
Nonostante le sue somiglianze con la Terra, GJ 9827 d presenta condizioni ambientali estreme. La sua temperatura superficiale, stimata intorno ai 425°C, è simile a quella di Venere, rendendo l’acqua presente esclusivamente sotto forma di vapore. Per comprendere meglio questo esopianeta, saranno necessarie ulteriori ricerche e l’acquisizione di dati dettagliati. In questo contesto, il telescopio Hubble, grazie al suo strumento WFC3 (Wide Field Camera 3) e all’osservazione nelle lunghezze d’onda del vicino infrarosso, svolge un ruolo fondamentale. Si prevede inoltre che il JWST possa fornire contributi significativi grazie alla sua maggiore sensibilità.
Possibili scenari su GJ 9827 d
Gli scenari ipotizzati per GJ 9827 d sono vari e affascinanti. Potrebbe trattarsi di un pianeta roccioso con una composizione ricca di idrogeno e scarsa in acqua, oppure di un corpo celeste con una composizione simile a quella della luna gioviana Europa, ma molto più caldo. Un’altra teoria suggerisce che il pianeta potrebbe essersi originariamente formato più lontano dalla sua stella, con vaste riserve di ghiaccio ora trasformate in vapore, o che si sia inizialmente formato più vicino per poi allontanarsi.
Il telescopio Hubble ha osservato GJ 9827 d per ben undici transiti nell’arco di tre anni, durante i quali l’esopianeta ha attraversato la stella madre. I dati raccolti sono stati analizzati e pubblicati in uno studio dal titolo “Water absorption in the transmission spectrum of the water-world candidate GJ 9827 d”. Bjorn Benneke, dell’Università di Montreal, ha sottolineato l’importanza di questa scoperta, affermando che si tratta della prima volta in cui è possibile dimostrare direttamente l’esistenza di pianeti rocciosi con atmosfere ricche di acqua intorno ad altre stelle, un passo fondamentale per comprendere la prevalenza e la diversità delle atmosfere sui pianeti rocciosi.