A 210.000 anni luce da qui, appena fuori dalla nostra cara Via Lattea, si trova la Piccola Nube di Magellano (SMC). Ora, non lasciarti ingannare dal nome: anche se è una “nube piccola”, questa galassia nana vanta un diametro di circa 18.900 anni luce e ospita la bellezza di 3 miliardi di stelle. E sai cosa? Insieme alla sua compagna, la Grande Nube di Magellano (LMC), orbita attorno alla nostra galassia come un fedele satellite. Niente male, vero?
Le galassie satelliti come la SMC non stanno lì solo a fare da contorno alla Via Lattea. No, sono un vero e proprio tesoro per chi studia l’universo. Capire come si formano le stelle e come evolvono le galassie? Queste piccole compagne ci offrono un sacco di indizi. E chissà, magari un giorno la Via Lattea deciderà di unirsi a loro in un bel valzer cosmico.
Ma torniamo alla nostra SMC. Qui c’è un posto davvero interessante: l’ammasso stellare NGC 346, situato proprio nel cuore della galassia, nella regione di formazione stellare più luminosa, la nebulosa di idrogeno N66. Di recente, la NASA ci ha fatto un regalo: una nuova immagine di questo ammasso, catturata dall’Hubble, che è semplicemente mozzafiato.
Hubble e il suo sguardo oltre il tempo
Hubble è una vera e propria “macchina del tempo”. Grazie alla sua incredibile risoluzione e alla capacità di vedere nell’ultravioletto, è riuscito a mostrarci NGC 346 in tutto il suo splendore. Qui, giovani stelle blu, calde e piene di energia, giocano con il gas e la polvere che le circonda, dando vita a uno degli spettacoli più intricati e dinamici che gli astronomi abbiano mai visto.
NGC 346 era già stato spiato dall’Hubble e, più recentemente, dal telescopio spaziale James Webb. Ma questa nuova immagine è qualcosa di speciale, perché combina dati nell’ultravioletto e nella luce visibile, raccolti dalle avanzatissime ACS e WFC3 di Hubble.
Cosa c’è dietro queste immagini?
Non è solo un piacere per gli occhi. Gli scienziati stanno cercando di capire come si formano le stelle e come questi processi plasmino il mezzo interstellare nelle galassie a bassa metallicità come la SMC. Si pensa che queste condizioni siano simili a quelle che c’erano nell’universo primordiale, quando i metalli pesanti erano rari e l’universo era ancora giovane.
La formazione degli elementi più pesanti ha preso il via solo con la nascita delle prime stelle e galassie, circa 100 milioni a un miliardo di anni dopo il Big Bang. E quando queste stelle sono esplose in supernovae, hanno sparso questi elementi in tutto l’universo.
Dopo oltre trent’anni di onorato servizio, Hubble continua a svolgere il suo compito: aiutare gli scienziati a capire da dove veniamo e dove stiamo andando. Ogni nuova scoperta ci avvicina un po’ di più a svelare i segreti dell’universo, e il suo contributo rimarrà impresso nella storia per molto, molto tempo.