Google sfida l’IA di ChatGPT con il rebranding di Bard in Gemini

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Gemini
©Google

Nel panorama tecnologico attuale, il colosso Google ha effettuato una mossa significativa che ha generato non poco clamore: il gigante della ricerca ha optato per un rebranding del proprio modello di Intelligenza Artificiale, precedentemente noto come Bard, ribattezzandolo Gemini. Questa decisione, annunciata ufficialmente attraverso un post sul blog di Google lo scorso 8 febbraio 2024, sembra navigare tra le acque del marketing e dell’effettiva utilità, ponendo l’accento sul modello IA Gemini, introdotto da Google nel dicembre precedente.

La storia di questo modello IA inizia con il lancio di Bard lo scorso marzo 2023, basato su LaMDA (Language Model for Dialogue Applications), una tecnologia capace, secondo Google, di sostenere conversazioni fluide su un’ampia gamma di argomenti. Tuttavia, già in Maggio dello stesso anno, Bard ha ricevuto un significativo aggiornamento verso il modello PaLM 2, per poi evolversi ulteriormente in Dicembre con il debutto di Gemini Pro AI. Quest’ultimo rappresenta il tentativo di Google di competere sul mercato con altri modelli di Large Language Models, distinguendosi per l’annuncio delle sue versioni “dimensionali”: Nano, Pro ed Ultra, rendendo la versione Pro la più avanzata disponibile al vasto pubblico fino a quel momento.

La complessità aumenta con la decisione di Google di rinominare Bard in Gemini, mantenendo la versione Pro accessibile. In aggiunta, Google ha introdotto la possibilità di accedere a Gemini Ultra 1.0 mediante un abbonamento mensile di 19.99 dollari a “Gemini Advanced”, attraverso il servizio Google One, originariamente concepito come soluzione di cloud storage.

Un assistente IA integrato e multimodale

Oltre alla ridefinizione dei nomi, Google ha svelato l’intenzione di integrare Gemini nelle app di Google Workspace, quali Gmail, Docs, Slides e Sheets. Questa integrazione mira a facilitare la stesura di email, l’analisi di grandi volumi di dati e la rielaborazione di contenuti testuali, evidenziando l’ambizione di trasformare Gemini in un vero e proprio assistente IA multimodale e interattivo, disponibile non solo su computer ma anche come applicazione indipendente per dispositivi mobili Android e iOS. Questa mossa promette di rendere l’assistente IA di Google uno strumento ancora più vicino alle esigenze quotidiane degli utenti, capaci di interagire attraverso testo, voce e immagini.

Nell’ambito più ampio della tecnologia IA, la competizione tra giganti come Microsoft con il suo Copilot e Google con Gemini sembra accendersi, portando alla luce una “corsa alle armi” tecnologica. Questo confronto evidenzia la volontà di rendere accessibili al grande pubblico innovazioni che, nonostante le potenziali implicazioni ancora da esplorare completamente, richiedono un approccio critico e consapevole nell’accettazione delle risposte fornite dalle IA.