Google DeepMind ha creato un’intelligenza artificiale che genera videogiochi da un testo o immagine

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Genie
©Google Genie

L’avvento dell’intelligenza artificiale ha segnato una svolta significativa in numerosi settori, inclusi quelli della scrittura, dell’immagine, del suono, della musica e del video, rendendo queste competenze accessibili a chiunque disponga delle tecnologie IA adatte. Oggi, questa tendenza alla democratizzazione si estende ulteriormente con l’introduzione di “Genie“, un rivoluzionario modello IA in grado di creare videogiochi su richiesta. Questo progetto è frutto della collaborazione tra DeepMind, la compagnia di intelligenza artificiale di Alphabet, e l’Università della British Columbia in Canada, e rappresenta un significativo passo avanti nei limiti della tecnologia IA.

Con un’impressionante capacità di 11 miliardi di parametri, “Genie” integra diverse tecnologie avanzate per generare interi videogiochi a partire da semplici istruzioni testuali o immagini. Il cuore di questo sistema è un tokenizer, che trasforma le sequenze video in token, semplificando i dati visivi per una più agevole manipolazione da parte dell’intelligenza artificiale. Grazie a questo approccio, “Genie” è in grado di apprendere le dinamiche di azione tipiche dei videogiochi, facilitando la generazione di sequenze coerenti di gioco.

Un altro pilastro fondamentale di “Genie” è il suo modello di azione latente, che analizza le immagini per prevedere le possibili azioni in base al contesto presentato. Questo insieme di tecnologie conferisce a “Genie” l’abilità di creare non solo le immagini di sfondo ma anche tutti gli elementi necessari per un ambiente di gioco completo, inclusi oggetti e personaggi.

La preparazione di “Genie”

Il processo di apprendimento di “Genie” ha avuto inizio con l’analisi di 200.000 ore di contenuti videoludici 2D, provenienti da fonti accessibili al pubblico. Per ottimizzare l’efficacia dell’addestramento, il materiale è stato ridotto a 30.000 ore di video, selezionati per la loro rilevanza. L’assenza di supervisione umana diretta durante questa fase evidenzia l’autonomia di “Genie” nell’assimilare i principi base dei videogiochi, comprendendo autonomamente le dinamiche di movimento e interazione dei personaggi con l’ambiente di gioco.

Nonostante “Genie” rappresenti ancora un progetto in fase sperimentale, con una qualità grafica e una risoluzione (160 x 90 pixel a 10 fps) distanti dagli standard odierni dell’industria videoludica, le sue potenzialità sono immense. La continua evoluzione tecnologica e l’avanzamento degli studi in questo campo promettono miglioramenti significativi nella capacità, qualità e risoluzione dei videogiochi generati da intelligenze artificiali come “Genie”.