Circa 300.000 anni fa, diverse specie umane coesistevano sulla Terra, interagendo, competendo e probabilmente scontrandosi tra loro. Alla fine, solo una specie prevalse: l’Homo sapiens. Nonostante le minacce nucleari e le pandemie globali, l’Homo sapiens è riuscito a mantenere il suo status di specie dominante sul pianeta. Tuttavia, i cambiamenti epocali che si profilano all’orizzonte potrebbero portare a una divergenza in più specie, dando vita a un mondo o addirittura a una galassia popolata nuovamente da molteplici ominidi.
Nonostante il comfort moderno, come vivere in appartamenti riscaldati e utilizzare dispositivi elettronici, siamo tuttora soggetti a pressioni evolutive. Scott Solomon, biologo evoluzionista presso l’Università di Rice e autore del libro “Future Humans: Inside the Science of Our Continuing Evolution”, ha confermato a IFLScience che la selezione naturale è ancora una forza attiva.
Un esempio lampante è la capacità di digerire il latte, un’abilità evolutasi solo negli ultimi 10.000 anni, coincidendo con l’alba dell’agricoltura e l’allevamento di animali da latte. Altre modificazioni recenti includono l’aumento dei parti cesarei, da 30 su 1.000 nascite negli anni ’60 a 36 su 1.000 oggi, potenzialmente dovuto alla diffusione di geni che favoriscono bambini più grandi o canali del parto più piccoli. Altre variazioni possono essere più sottili, ma non meno significative.
I cambiamenti evolutivi possono accumularsi in una popolazione nel tempo, portando all’emergere di nuove specie, un fenomeno noto come speciazione. Un esempio classico è la speciazione allopatrica, in cui una popolazione si divide in due gruppi geograficamente isolati che non scambiano più geni. Un caso ipotetico potrebbe essere quello della divisione tra scimpanzé e bonobo oltre un milione di anni fa, causata dalla formazione del fiume Congo.
La possibilità di nuove specie umane
Considerando la storia umana, nonostante le migrazioni in luoghi remoti, non sono emerse nuove specie umane negli ultimi 300.000 anni. Solomon suggerisce che ciò potrebbe essere dovuto a una mancanza di isolamento sufficiente o completo. Oggi, l’interazione tra le popolazioni umane è più intensa che mai, allontanandoci dalla speciazione e avvicinandoci a una omogeneizzazione della specie umana. Tuttavia, questo non esclude la possibilità di futura speciazione umana. L’editing genetico, come CRISPR-Cas9, potrebbe offrire la capacità di manipolare i nostri genomi, aprendo strade evolutive divergenti.
Una possibile direzione distopica potrebbe vedere l’editing genetico diventare privilegio dei ricchi, creando una divisione genetica tra modificati e non modificati. Un’altra prospettiva, meno distopica, riguarda la colonizzazione di altri pianeti. Le condizioni aliene su Marte, ad esempio, potrebbero sottoporre gli umani a pressioni evolutive inedite, eventualmente portando all’emergere di nuove specie. Mentre le condizioni attuali sembrano allontanarci dalla speciazione, le tecnologie emergenti e l’esplorazione spaziale potrebbero fornire nuovi scenari evolutivi. Potremmo quindi assistere alla nascita di nuove specie umane, sia attraverso l’isolamento geografico su altri pianeti, sia tramite l’uso di tecnologie di modifica genetica