Un recente studio condotto dall’Università di Portsmouth, nel Regno Unito, ha evidenziato come i messaggi antipirateria, soprattutto quelli che minacciano conseguenze legali, possano avere l’effetto opposto a quello sperato, inducendo un incremento nella pirateria di contenuti digitali. Curiosamente, questo fenomeno presenta differenze significative tra i generi: mentre gli uomini sembrano essere spinti a piratare di più a seguito di questi avvertimenti, le donne tendono a ridurre il loro comportamento pirata.
L’indagine, che ha coinvolto 962 adulti, si è avvalsa di tre diversi tipi di comunicazione: due messaggi di natura minacciosa, illustranti le conseguenze legali e di sicurezza legate alla pirateria, e un messaggio dal tono più educativo e prosociale. Risultati sorprendenti hanno mostrato che, mentre l’approccio educativo non ha sortito effetti marcati, le comunicazioni più severe hanno generato reazioni diametralmente opposte tra uomini e donne: un aumento del 18% nelle intenzioni di pirateria tra gli uomini contro una diminuzione del 52% tra le donne.
Kate Whitman, economista comportamentale presso l’Università di Portsmouth, sottolinea come tali risultati confermino l’importanza di adottare strategie comunicative differenziate in base al genere. Whitman evidenzia preesistenti discrepanze di genere nella pirateria, con gli uomini più inclini a questa pratica, percepita come socialmente accettabile e a basso rischio. Lo studio intende quindi esplorare come messaggi specificamente mirati possano influenzare diversamente uomini e donne.
Un fenomeno psicologico
La ricerca evidenzia un interessante fenomeno psicologico noto come reattanza, ovvero la tendenza a reagire in modo contrario quando si percepisce una minaccia alla propria libertà. Questa dinamica spiega l’aumento della pirateria tra gli uomini in risposta ai messaggi minacciosi. Da un punto di vista evolutivo, gli uomini mostrano una reazione più marcata a tale percezione di minaccia, tendendo a contravvenire alle imposizioni.
Questo non è il primo studio a suggerire che i messaggi antipirateria possano paradossalmente incrementare la pirateria. Si osserva che individui già inclini a valori di privacy mostrano maggiori intenzioni di ricorrere alla pirateria dopo l’esposizione a messaggi antipirateria. La pirateria, definita come il download di contenuti digitali tramite canali non autorizzati, rappresenta un significativo danno economico per l’industria dell’intrattenimento, con perdite stimate in decine di miliardi di dollari annuali. Gli autori dello studio suggeriscono che, per ridurre efficacemente la pirateria, l’industria mediatica debba riconsiderare le proprie strategie comunicative, evitando approcci minacciosi che potrebbero risultare controproducenti.
La ricerca pubblicata sul Journal of Business Ethics mette in luce la necessità di un approccio più personalizzato e mirato nella lotta alla pirateria. Se non è possibile indirizzare accuratamente i messaggi a specifici gruppi di genere, potrebbe essere preferibile evitare comunicazioni che possano involontariamente incentivare la pirateria anziché dissuaderla.