Il 28 dicembre 2023, è avvenuto un evento astronomico straordinario: un imponente tornado di plasma è stato espulso dall’emisfero settentrionale del Sole, vicino al suo polo nord. Questa manifestazione di particelle elettricamente cariche ha offerto uno spettacolo mozzafiato verso lo spazio profondo. Le immagini di questo fenomeno sono state immortalate grazie all’Atmospheric Imaging Assembly (AIA), uno strumento a bordo del Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA. Lanciato nel febbraio 2010, l’SDO fa parte del programma “Living With a Star” e ha l’obiettivo di esplorare il Sole e i suoi fenomeni magnetici. Le sue rilevazioni ultraviolette hanno già fornito una visione senza precedenti, come quella del vasto buco coronale emerso all’inizio del mese, le cui dimensioni superano di 63 volte quelle della Terra.
Origine e caratteristiche del tornado
Il portale SpaceWeather ha condiviso le immagini di questo tornado di plasma, avvenuto alle 10:00 ora italiana del 28 dicembre. La sua forma ricorda quella dei tornado terrestri, ma i due fenomeni sono nettamente distinti. Originato dall’intensa attività magnetica solare, il tornado si è poi disgregato e disperso nello spazio. Attualmente, il Sole si avvicina al picco del suo ciclo undecennale di attività, che raggiungerà l’apice tra la fine del 2024 e l’estate del 2025.
Il Sole, in questa fase di intensa attività, è teatro di eventi spettacolari come macchie solari, brillamenti e espulsioni di massa coronale (CME). Un esempio è stato l’immensa “lingua di fuoco” catturata il 24 settembre 2022 dall’astrofotografo Andrew McCarthy, un fenomeno simile ma più vasto del tornado di plasma recente. Il tornado del 28 dicembre, associato a instabilità magnetiche, ha generato una grande CME, fortunatamente non diretta verso la Terra, altrimenti avrebbe potuto causare significative perturbazioni geomagnetiche.
Attività solare attuale
Nonostante la recente tranquillità solare, senza macchie solari notevoli, un interessante buco coronale trans-equatoriale è ora visibile. Queste aree scure, rilevabili nell’ultravioletto, sono dove le linee del campo magnetico solare si aprono, permettendo al vento solare di fuoriuscire rapidamente. Questo fenomeno crea una regione di interazione del flusso (SIR) o CIR, aumentando la forza totale (Bt) del campo magnetico interplanetario. La componente Bz rivolta verso sud può migliorare le condizioni geomagnetiche. Il vento solare ad alta velocità che segue il CIR dovrebbe raggiungere i 500 km/s, ma non si prevedono tempeste geomagnetiche quando raggiungerà la Terra il 31 dicembre.