Gemini AI, Google ammette: la demo non era reale

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Google Gemini demo
©Google

Recentemente, Google ha presentato al mondo Gemini, il suo modello di intelligenza artificiale più avanzato. Tuttavia, questo annuncio ha scatenato diverse polemiche. Un articolo pubblicato su Bloomberg ha sollevato dubbi sulla veridicità delle prestazioni di Gemini, in particolare riguardo a un video mostrato durante la presentazione.

Il video in questione, disponibile a seguire, evidenziava le funzionalità multimodali di Gemini, tra cui la sua capacità di elaborare suggerimenti vocali basati sul riconoscimento di immagini. La performance sembrava straordinaria, forse troppo, secondo Parmy Olson, la giornalista di Bloomberg. Google ha successivamente rivelato che la dimostrazione non è stata realizzata in tempo reale. Invece, sono stati utilizzati fotogrammi fissi, ai quali Gemini ha risposto con suggerimenti di testo pre-scritti.

La dichiarazione di Google

La controversia si è intensificata a seguito di una dichiarazione di Google, in cui l’azienda ammette di aver ridotto la latenza e semplificato le risposte di Gemini per la demo. Ciò contrasta con l’impressione data nel video, ovvero che Gemini potesse gestire una conversazione vocale fluida e in tempo reale. Bloomberg ha accusato Google di indurre in errore il pubblico riguardo alle reali capacità di Gemini, affermando che il modello è ancora lontano dalle prestazioni di GPT di OpenAI.

Google si è difesa spiegando che lo scopo del video era illustrare le potenziali applicazioni future di Gemini. La società ha spiegato che le funzionalità mostrate nel video sono reali e che lo scopo era ispirare gli sviluppatori. Questa vicenda mette in luce le difficoltà che le aziende incontrano nel comunicare al pubblico le capacità dei loro modelli AI. Sicuramente la strategia migliore per questi colossi è mantenere un approccio onesto e accurato in tali rappresentazioni, per evitare reazioni negative che potrebbero danneggiare la reputazione aziendale.