Fusione fredda: per l’E-Cat salgono i costi?

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E-cat: nella sua fusione fredda Andrea Rossi si troverà a gestire una situazione più complicata, perché il cambio della cartuccia dovrà essere effettuato dal tecnico manutentore dell’impianto, alle dipendenze di una società certificata. E i costi per il dispositivo, inizialmente previsti dall’inventore tra i 500 e i 900 dollari (400 – 730 euro), saranno sicuramente più alti. Una delusione per i potenziali acquirenti, che presumibilmente si troveranno a pagare una cifra considerevolmente maggiore.

Il tecnico dovrà infatti intervenire almeno due volte all’anno e questi costi saranno di certo aggiunti a quelli del combustile e dell’installazione. Una giustificazione di tale obbligo nasce dal potenziale rischio generato dal contatto con la polvere di nickel, che, oltre ad essere ormai un comune allergene (tra il 10 e il 20 per cento della popolazione mondiale è infatti ipersensibile a questo metallo), può indurre, se inalato, bronchite cronica, ridotta funzione polmonare e tumore del polmone e del seno nasale.

Pertanto Rossi non sembra avere scelta, se vuole ottenere le autorizzazioni indispensabili alla messa sul mercato del suo E-cat. Secondo l’inventore ci sono già state 600 mila preordinazioni del dispositivo domestico. Queste e le eventuali future dovranno però essere informate circa l’aumento dei costi. E non sappiamo quali conseguenze avrà tale comunicazione.

Altro mistero sorge sui tempi con i quali l’inventore ha realizzato la potenziale problematica. La notizia sugli enti certificatori, infatti, è arrivata da una domanda posta sul suo blog riguardo ad una precedente intervista rilasciata a Free Energy System, durante la quale Rossi non ha minimamente menzionato la questione sugli operatori certificati. Ma a domanda diretta sulla vicenda ha dovuto ammettere: “Ha ragione. L’ho detto prima [di conoscere] il processo di autorizzazione: il certificatore richiede che il rifornimento venga effettuato da un operatore certificato”. Dobbiamo quindi dedurre che Rossi abbia saputo con esattezza le richieste del certificatore nei pochi giorni intercorsi tra l’intervista e la domanda posta sul blog.

Tutto questo non sembra comunque impensierire più di tanto l’inventore, che prosegue nelle produzione negli Usa e che annuncia l’inizio del lavori per impianti di produzione anche in Europa: in Svezia e in Italia, nei pressi di Ferrara in particolare. Rossi aveva in precedenza lasciato intendere un ritorno di E-cat nei pressi di Bologna e aveva individuato nel terremoto in Emilia una causa dei rallentamenti sul raggiungimento di alcuni obiettivi. Pertanto Ferrara come sede di nuovi impianti produttivi sembra essere una notizia coerente.