Fusione fredda: l’E-cat funziona. Pubblicati i test delle terze parti indipendenti

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Hot E-cat test 1
E-cat

Fusione fredda. L’E-cat ha ora una dimostrazione scientifica: i test delle terze parti indipendenti, condotti sulla versione ad alta temperatura (Hot E-cat) del dispositivo inventato da Andrea Rossi e Sergio Focardi, sono stati pubblicati su arXiv e annunciati da Prometeon s.r.l., e dimostrano l’emissione di calore anomalo. Qualche discrepanza con il valore del coefficiente di prestazione (Cop) in realtà, ma comunque un goal importante per la ricerca sulle fonti di energia alternative.

Sembra dunque tutto vero: l’E-cat produce energia che non può essere spiegata con comuni reazioni chimiche. Gli esperimenti, condotti da un team di ricercatori internazionali di diversi campi della scienza, dalla fisica nucleare, alla chimica, all’ingegneria elettrotecnica, hanno verificato, in modo apparentemente inequivocabile, come l’energia emessa non possa provenire da fonti e/o da processi già noti.

Dunque reazione nucleare? Questo non poteva essere confermato dai test, che avevano lo scopo di misurare l’energia emessa, ma in nessun modo potevano indagarne l’origine. D’altronde, come aveva più volte ribadito Rossi, l’unico divieto posto ai ricercatori era proprio l’apertura del dispositivo e l’analisi del componente incognito, il catalizzatore che dà il nome a tutta l’apparecchiatura e che resta tuttora segreto industriale.

Hot E-cat test

L’articolo mostra i risultati di due esperimenti: il primo condotto a dicembre 2012 sull’apparecchiatura chiamata E-cat HT (E-cat High Temperature), mentre il secondo a marzo 2013 su E-cat HT 2, una versione aggiornata del medesimo dispositivo. In entrambi i casi il calore in uscita è stato misurato con una camera termica ad alta risoluzione e l’energia elettrica immessa in ingresso con un analizzatore trifase. I ricercatori hanno anche registrato un “bianco”, ovvero una misura in assenza del componente segreto, non rivelando alcuna emissione.

Pur avendo ottenuto in entrambi i casi un’energia anomala, il Cop dichiarato è però piuttosto diverso da precedenti dichiarazioni di Rossi, e il dato non si è mostrato paragonabile tra i due test. Nel primo infatti il coefficiente di prestazione è risultato pari a 5.6 e nel secondo 2.9, mentre il padre di E-cat aveva espressamente affermato che tali test non erano risultati peggiori di precedenti prove presentate durante il convegno di Pordenone, dove si parlava di Cop pari a 11.6.

Per quanto riguarda la discrepanza tra i due risultati, i ricercatori ipotizzano che l’utilizzo di temperature anche leggermente diverse possa condizionare pesantemente i risultati e non escludono una sovrastima, nel primo caso, di alcuni parametri. Sulle precedenti parole di Rossi non possiamo invece formulare alcuna teoria, non sapendo in effetti a cosa si riferisse effettivamente quando parlava di “risultati non peggiori”.

Al di là comunque di qualche ragionevole perplessità legata al vecchio tallone di Achille di questa vicenda, ovvero la riproducibilità dei risultati, che anche stavolta sembrerebbe piuttosto critica, è indubbio che l’energia emessa esiste e non è un evento casuale.

I prossimi test si attendono per l’estate che sta arrivando. Quali saranno le prossime mosse di Rossi?