Fusione fredda: l’E-cat presentato al convegno di Pordenone. Intervista esclusiva ad Aldo Proia

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Proia Rossi copertina

Fusione fredda. Per l’E-cat, come sappiamo, Andrea Rossi e Aldo Proia hanno ricevuto potenziali investitori presso il Polo Tecnologico di Pordenone. A questo proposito abbiamo contattato il licenziatario italiano della tecnologia, che ha accettato di rispondere ad alcune nostre domande nell’ambito del convegno e degli sviluppi dei dispositivi.

NM. Egregio dott. Proia, il 12 Ottobre l’E-cat è stato nuovamente presentato presso il Polo Tecnologico di Pordenone. Come è nata questa iniziativa?

AP. Il Polo Tecnologico, tramite un suo collaboratore esterno con cui ero in contatto, ci aveva chiesto se Rossi sarebbe stato disponibile a partecipare a un evento del genere per presentare alle imprese del Polo la sua tecnologia. Dopodiché, il direttore del Polo, l’Ing. Franco Scolari, ci ha chiesto della documentazione per una valutazione preliminare, superata la quale ha dato l’ok all’organizzazione dell’evento da parte del suo Ufficio stampa. Noi abbiamo sostanzialmente fatto da tramite nell’iniziativa, che alla fine si è rivelata un grosso successo.

NM. Quali scopi aveva il meeting? Quali di questi hanno reso questo appuntamento differente da quello di Zurigo?

AP. Lo scopo, dal nostro punto di vista, era quello di presentare la tecnologia a imprenditori, da noi invitati, di fascia alta (società e gruppi industriali quotati in Borsa) e medio-alta (srl con un elevato fatturato), tant’è che gli organizzatori hanno avuto anche il supporto della locale Confindustria. Quindi, fra gli invitati vi erano i rappresentanti o i proprietari di grosse aziende con cui siamo in contatto e che sono fortemente interessate ai nostri prodotti presenti e futuri. Quindi, rispetto al meeting di Zurigo, il target a cui ci si rivolgeva era completamente diverso.

NM. Sappiamo che in questo incontro sono stati invitati alcuni relatori contrari a priori alle tecnologie della categoria Lenr. Quali sono state le loro argomentazioni a riguardo e quali le vostre repliche?

AP. Sì, qui sono stati invitati anche docenti e ricercatori universitari noti per essersi dichiarati in passato scettici, se non fieri oppositori, della fusione fredda o dell’E-Cat. Franco Battaglia, professore presso l’Università di Modena, che ne è un noto esempio, ha posto numerose domande tecniche, incuriosito dalla precedente presentazione sommaria dell’invenzione, e non ha avuto nulla da eccepire su quanto è stato detto da Rossi e dai suoi collaboratori. Le risposte di Rossi ai suoi quesiti sono state, ove possibile, specifiche, ad es. in relazione all’arricchimento isotopico del nichel, e possono essere visionate su YouTube (Il video del convegno è disponibile in 5 parti: 1/5, 2/5, 3/5, 4/5, 5/5, N.d.R.). Direi quindi che si è dimostrato aperto nei confronti di questa invenzione, e siamo contenti che sia stato presente. Un’altra persona ha chiesto perché c’è voluto così tanto tempo per arrivare a un prodotto commerciale, e Rossi ha risposto che i tempi sono dettati soprattutto da soggetti esterni, quali ad es. i certificatori.

NM. Quali outcomes avete già registrato? Quali prevedete nell’immediato futuro?

AP. Non posso entrare in dettagli poiché preferiamo lavorare con tranquillità, anche per rispetto nei confronti di chi ci sta dando fiducia, ma posso dire che se l’interesse da parte di alcune aziende era già elevato prima del convegno di Pordenone, ora lo è ancora di più. I commenti che ho registrato dai presenti dopo l’evento, infatti, sono stati molto positivi e le proposte commerciali vagamente accennate da Rossi sono decisamente allettanti per un’industria energivora. Sono quindi molto soddisfatto di quanto abbiamo fatto finora, anche se siamo decisamente solo all’inizio.

Meeting Pordenone relatori 550

NM. Sappiamo che le attività produttive non sono di competenza della Sua azienda, che si occuperà delle vendite. Tuttavia è indubbio che, qualora ci fossero degli impianti di produzione nel nostro Paese, questo rappresenterebbe per Lei, e per gli utilizzatori finali italiani di riflesso, un grande vantaggio. Ritiene ci sia qualche possibilità a riguardo?

AP. Penso di sì, Italia e Stati Uniti sono in pole position in questo senso quali possibili Paesi ospitanti dei futuri siti produttivi, mentre all’altro estremo la Cina è l’ultimo Paese che verrà preso in considerazione, almeno per la parte coperta da segreto industriale. In realtà, qualsiasi Paese europeo andrebbe bene per la Prometeon, poiché l’area Ue è di libero scambio, per cui non vi sono dazi doganali che appesantirebbero il costo del prodotto. Ad ogni modo, l’Italia dovrebbe essere un importante punto di riferimento produttivo in questa rivoluzione energetica.

NM. Recentemente ci sono state molte polemiche riguardo la certificazione dei dispositivi da 1MW che, come immagino Lei potrà confermare, sono già disponibili. È indubbio che la certificazione necessaria alla commercializzazione non può essere quella di tipo volontario diffusa da Rossi, ma se il dispositivo è disponibile, la certificazione obbligatoria deve necessariamente essere stata ottenuta. Immaginiamo quindi che non possa essere divulgata. È così?

AP. La certificazione volontaria Ce non è sufficiente, perciò c’è quella di sicurezza dell’E-Cat termico da 1 MW già sul mercato, realizzata da una major mondiale nel settore certificativo. Quest’ultima non serve direttamente ai clienti ma a chi deve rilasciare le autorizzazioni. Noi non possiamo pubblicarla nel nostro sito web che sarà online intorno a fine mese poiché questo utilizzo è vietato, ma può essere tranquillamente visionata dai clienti in fase avanzata di trattativa dietro firma di un Nda. Ora si sta completando anche l’iter per la certificazione di prodotto degli E-Cat industriali, la quale certificherà le specifiche tecniche, compreso il Cop.

NM. Nella brochure informativa che Lei ha diffuso in occasione del convegno di Zurigo si parla di stime riguardo i clienti potenzialmente interessati alla tecnologia. In particolare per l’E-cat termico ad alimentazione elettrica la percentuale riferita è inferiore al 5 per cento, e a questo proposito considerate il prodotto un impianto da investimento per aprire il mercato. Almeno per un profano, tuttavia, il dato sembra essere comunque preoccupante se si pensa che questo attualmente è l’unico dispositivo materialmente disponibile. Come pensate di gestire nell’immediato futuro il rapporto spesa/impresa?

AP. Il prodotto che aprirà di fatto il mercato è il Gas Cat, cioè l’E-Cat termico alimentato a gas, adatto a una grande quantità di utilizzi industriali e assai conveniente dal punto di vista del risparmio economico; mentre l’E-Cat classico ad alimentazione elettrica non è indicato, attualmente, se non per le aree in cui non c’è il gas e nei casi in cui l’energia elettrica costa molto poco, magari perché autoprodotta, diciamo non più di 9 centesimi a kWh, che evidentemente sono situazioni poco frequenti. Il Gas Cat, invece, potrà servire almeno il 50 per cento dei potenziali consumatori di calore h24 per gran parte dell’anno, abbattendone la bolletta energetica per almeno 5/6 dopo il breve tempo di rientro dell’investimento e sarà dunque un “game changer”.

NM. Nella medesima brochure si parla anche del Gas Cat, del quale si stima un potenziale di interesse più alto (25-50 per cento). Che vantaggi ha questo prodotto rispetto alla versione alimentata elettricamente? Ci sono degli svantaggi?

AP. No, non ci sono svantaggi, se non il fatto che la produzione di anidride carbonica con il Gas Cat in versione Cop 6 si abbatte solo dell’80 per cento mentre con l’E-Cat elettrico stand-alone si abbatterà del 100 per cento. I vantaggi principali del Gas Cat sono due. Il primo è che il tempo di rientro dell’investimento con il Cop 6 è molto basso, inferiore a 4 anni per i clienti consumatori h24 per gran parte dell’anno, ma diventerà nettamente più basso quando ai clienti il sistema verrà in seguito upgradato a un Cop più alto. L’altro vantaggio è che il Cop ed il risparmio sono facilissimi da misurare, poiché basta rilevare l’abbattimento tra “prima” e “dopo” nel consumo di gas e quindi nella bolletta.

NM. A proposito del Gas Cat riferite anche che il dispositivo è preordinabile, quindi ancora non materialmente disponibile. Può indicarci dei tempi approssimativi?

AP. Con l’inaugurazione del nostro sito web anche il Gas Cat sarà ordinabile e ne riporteremo le specifiche tecniche minimali, nel senso che se nel frattempo vi saranno delle migliorie il cliente automaticamente se ne gioverà, e se queste riguarderanno il Cop il tempo di rientro prospettato nella nostra brochure sarà nella realtà nettamente minore, ed il guadagno per il cliente di gran lunga superiore. In ogni caso, nel giro di 2 anni al massimo il Cop dei prodotti in commercio sarà più elevato, ed al cambio delle cartucce ai primi clienti il sistema verrà automaticamente upgradato, poiché la cartuccia contiene anche il reattore, per cui i nostri primi acquirenti avranno sempre un sistema al passo con i tempi e non saranno penalizzati bensì solo avvantaggiati.

NM. Andrea Rossi ha reso pubblico un ulteriore report sull’Hot E-cat, la versione che dovrebbe fornire energia elettrica e che è attualmente quella più discussa. Non sono però ancora chiarissimi i tempi di sviluppo della tecnologia. Può darci qualche informazione a riguardo?

AP. Nella ricerca e sviluppo di un nuovo prodotto è impossibile dare tempistiche precise, comunque diciamo che contiamo di avere i primi prodotti di pre-serie al massimo entro la fine del 2013, in pratica nel giro di un anno. Alcuni degli ostacoli più grossi sono già, a mio avviso, stati affrontati a livello di singolo reattore, che oggi ha già tranquillamente la resa Cop 6 garantita contrattualmente, ma ancora non esiste un prototipo di un intero Hot Cat da 1 MW, per il quale appunto ci vorranno ancora almeno vari mesi di lavoro. Infatti, i vari moduli dovranno essere contenuti in un reattore ad alta pressione, ma dall’ingombro assai contenuto, che va progettato ad hoc.

Proia Rossi HotCat 550

NM. La gente comune chiaramente si aspetta che la tecnologia arrivi anche nelle case, ma, come Andrea Rossi e anche Lei stesso ha dichiarato nella nostra precedente intervista, fare una previsione sui tempi è difficile perché questi dipendono dai tempi del certificatore. Rossi non fornisce molte informazioni a riguardo. Ma le ricerche vanno avanti o è tutto fermo causa richieste del certificatore? Il ritardo è veramente solo “colpa” di queste richieste oppure ci sono altri problemi?

AP. L’E-Cat domestico esiste già da tempo a livello di progetto e di “quasi prototipo”, è anche un oggetto molto bello ed elegante esteticamente, ma non avendo le certificazioni necessarie, che richiedono un paio di anni da quando saranno impiantati i primi E-Cat da 1 MW, non può essere commercializzato. Ciò ha costretto Rossi a cambiare i piani, e nei prossimi anni verranno venduti solo E-Cat industriali. Tutto sommato è anche giusto così, perché ha più senso rivolgersi prima ai grandi clienti industriali e poi, quando il mercato è stato ben aggredito, a quelli domestici o residenziali, che richiedono una rete di vendita e assistenza molto più complessa.

NM. Nella nostra precedente intervista Lei ha sostenuto di non temere le lobby dell’energia, dichiarando che nell’era di Internet è praticamente impossibile arrestare una rivoluzione, e che secondo la Sua percezione anche in Italia la consapevolezza delle aziende top sta cambiando. Andrea Rossi ha più volte affermato però di subire minacce continue. Al di là delle parole, avete avuto o state avendo delle intromissioni vere e proprie? Vi stanno materialmente “mettendo i bastoni tra le ruote”?

AP. No, non mi risulta nulla del genere o almeno nulla di rilevante anche dal punto di vista penale, ed in ogni caso il ruolo di Rossi sarà sempre più marginale dal punto di vista dello sviluppo dell’invenzione, poiché in un team di oltre 60 persone con background tecnico tutti sono utili ma nessuno è insostituibile. Del resto, ormai è chiaro che la tecnologia esiste, quindi sarebbe da sciocchi far finta che non c’è o pensare che non verrà in futuro prodotta e commercializzata anche da altri soggetti che sono sempre più vicini a ottenere risultati degni di un qualche interesse. Quindi, l’atteggiamento più logico per chi opera nel settore energetico è quello di entrare in questo nuovo settore con investimenti in R&D o con partnership strategiche.

NM. Sul sito della Prometeon s.r.l. è attivo un countdown relativo alle attività della società. Tuttavia sappiamo che l’E-cat industriale da 1MW è già di fatto disponibile, e che d’altronde per le altre versioni, soprattutto l’Hot E-cat e l’E-cat domestico, si dovrà comunque attendere. A cosa si riferisce dunque il conteggio? Cosa manca?

AP. Il conteggio si riferisce a quando, verosimilmente, il sito sarà online, cioè grosso modo verso la fine del mese. Il contenuto è sostanzialmente a posto, ultimi aggiornamenti a parte, ma si stanno mettendo a punto aspetti relativi al web design e alla parte più strettamente informatica. Uno dei piacevoli problemi del lavorare a valle di un gruppo creativo come quello della Leonardo Corporation è che ci sono continue novità. Noi avevamo nei mesi scorsi una prima versione-prototipo del sito quasi già pronta, ma poi è stata completamente ristrutturata e ampliata per tener conto della grande mole di novità e delle domande arrivateci in questi mesi.

NM. Un’ultima domanda “complessiva”. Quali sono le Sue prospettive circa il risparmio che questa tecnologia consentirà? In poche parole, quanto potrebbe costare all’utilizzatore finale 1 kWh di energia prodotto dai diversi dispositivi E-cat?

AP. Nel caso del Gas Cat, come dicevo prima, se per produrre un kWh termico spendevo “X” (il valore esatto varia da cliente a cliente) dopo il tempo di rientro spenderò al più 1/6, cioè l’80 per cento in meno. Nel caso dell’E-Cat termico alimentato a gas, il costo del kWh termico prodotto dipende in maniera sensibilissima dal costo dell’elettricità, dunque è impossibile dare una risposta generale: in pratica, però, risulta più costoso che non con l’E-Cat a gas, con il quale diventa competitivo se l’elettricità viene pagata intorno ai 9 centesimi/kWh. Per l’Hot Cat termico non varia nulla se non che la temperatura fornita è più alta, mentre per l’Hot Cat stand-alone usato per produrre elettricità il costo a kWh dell’energia elettrica prodotta dopo il tempo di rientro sarà circa zero, poiché i costi annui per il combustibile e la manutenzione sono trascurabili.