Maurizio Melis, in un’intervista su Radio24, ha chiesto al vicepresidente della Società Internazionale di Scienze Nucleari della Materia Condensata, Francesco Celani un parere sulla fusione fredda e sull’E-Cat di Andrea Rossi, che, a detta del suo inventore, è riuscito nell’impresa storica di produrre energia attraverso le LENR (Low Energy Nuclear Reaction).
Celani introduce l’argomento parlando del padre assoluto della fusione fredda, Yoshiaki Arata: “Arata ha portato dei risultati chiave, è un giapponese molto meticoloso che ha fatto uno studio sistematico sulla dimensionalità del palladio“.
Secondo Celani, Arata riuscì laddove altri avevano fallito, ossia nella riproducibilità dei suoi esperimenti e dei risultati raggiunti, che confermarono dunque alcune possibilità.
Spiega lo studioso: “Ha messo del palladio in una matrice inerte per evitare cher si aggregasse. È stato il punto di svolta perché in questo modo Arata ha dato le linee guida. La Toyota in maniera indipendente ha fatto riprodurre da una terza industria il materiale che ha sviluppato Arata, ha fatto gli esperimenti e ha scoperto che l’ipotesi era corretta“.
Ma molti fisici, chiede Melis, sono poco convinti riguardo alla possibilità che la fusione fredda possa avere luogo, e riguardo alla riproducibilità degli esperimenti.
“Il punto è che il fisico cerca di semplificare le osservazioni”. Peccato però che la natura sia diversa: “Alcuni materiali speciali, come il palladio, il nichel e il titanio, se riempiti di deuterio e sottoposti al non equilibrio, stati non stazionari, in condizioni opportune a volte presentano dei risultati non spiegabili con reazioni chimiche note, quindi ascrivibili data la loro densità di energia alla cosiddetta fusione fredda“.
Di conseguenza, la fusione fredda esiste ma è molto difficile realizzarla visto che ci vogliono determinarte condizioni e visto che la quantità di energia necessaria alla reazione è ancora superiore rispetto a quella prodotta.
E in merito all’E-Cat di Rossi e Focardi, spiega: “Il punto è che Rossi si autofinanzia, cerca di trarre il maggior vantaggio economico dal lavoro che sta facendo. È giusto, ma è iper-segreto e impedisce ai colleghi scienziati di fare misure indipendenti, in maniera autonoma. Ovviamente finché non ha tutti i brevetti a posto, ha paura che qualcuno capisca i suoi segreti”.
A suo avviso, dunque, Rossi potrebbe avere davvero nelle mani qualcosa di importante. Per questo, dalle pagine di Focus qualche tempo fa aveva scritto una lettera all’ingegnere chiedendo di “aprirsi” alla comunità scientifica.
“Penso sinceramente che non sia un bluff -spiega – ma finché un ricercatore non può portare lo strumento di Rossi nel proprio laboratorio, senza aprirlo ovviamente così non si perde il brevetto e fare tutte le misure che ritiene adeguate per dimostrare in maniera incontrovertibile che non ci sia qualche errore nascosto, si rimane nell’attesa“.
Ma intanto negli State, cresce l’interesse verso la fusione fredda. Un altro candidato al Senato, Randy Hekman pensa che il futuro dell’energia passi per le LENR, ma diffida da Rossi, spiegando: “Sono d’accordo sul fatto che sia cresciuta l’attenzione su questo argomento, ma io sono molto scettico riguardo al lavoro del signor Rossi, basato sulla sua eccessiva segretezza e sul suo sfondo abbozzato”.
Almeno sull’eccessiva segretezza, siamo tutti d’accordo.