Gli scienziati dell’Istituto di Matematica, Fisica e Astronomia dell’UCLan hanno recentemente compiuto un passo avanti significativo nella nostra comprensione della formazione dei pianeti. Attraverso avanzate simulazioni computerizzate, il team ha esplorato la genesi dei pianeti, rivelando che, nel corso della loro formazione, potrebbero aver attraversato una fase di appiattimento prima di assumere la loro forma sferica.
Questa scoperta getta nuova luce sui meccanismi di formazione planetaria, suggerendo che i protopianeti emergano dalla disgregazione di vasti dischi di gas denso in rotazione, che circondano le stelle neonate. Questi corpi celesti iniziano a prendere forma attraverso un processo chiamato “accrescimento del nucleo”, caratterizzato dall’unione graduale di particelle di polvere in oggetti sempre più grandi, o a seguito della frammentazione diretta di tali dischi protostellari, un fenomeno noto come “teoria dell’instabilità del disco“. Curiosamente, prima di raggiungere la loro conformazione sferica, la Terra e altri pianeti potrebbero aver avuto una forma decisamente più piatta:
Molti esopianeti, che sono pianeti che orbitano attorno a stelle in altri sistemi solari al di fuori del nostro, sono stati scoperti negli ultimi tre decenni. Nonostante ne siano state osservate molte migliaia, il modo in cui si formano rimane inspiegato. Si ritiene che si formino attraverso l'”accrescimento del nucleo”, che è una crescita graduale di particelle di polvere che si uniscono per formare oggetti progressivamente più grandi su scale temporali lunghe, o direttamente dalla rottura di grandi dischi protostellari rotanti attorno a giovani stelle in tempi brevi, che è ciò che chiamiamo teoria dell’instabilità del disco. Questa teoria è interessante perché i grandi pianeti possono formarsi molto rapidamente a grandi distanze dalla loro stella ospite, il che spiega alcune osservazioni di esopianeti.
Una sorprendente somiglianza con gli Smarties
Questo ritrovamento modifica profondamente le attuali teorie sulla formazione planetaria, evidenziando che i pianeti crescono principalmente attraverso l’accumulo di materiale ai poli, piuttosto che lungo l’equatore:
Studiamo la formazione dei pianeti da molto tempo, ma mai prima d’ora avevamo pensato di controllare la forma dei pianeti mentre si formano nelle simulazioni. Avevamo sempre pensato che fossero sferici. Siamo rimasti molto sorpresi dal fatto che si sono rivelati sferoidi oblati, abbastanza simili agli Smarties!
Approfondendo i risultati dello studio, il team ha esaminato le caratteristiche dei pianeti nelle loro fasi primordiali e come questi potrebbero evolvere in giganti gassosi, talvolta superando le dimensioni di Giove. L’indagine ha anche esplorato le diverse proprietà dei pianeti che si sviluppano sotto varie condizioni fisiche, come cambiamenti nella temperatura e nella densità del gas. Questa ricerca suggerisce la possibilità di un episodio transitorio durante il quale la Terra potrebbe aver assunto una forma piatta, prima di evolversi nella massa rocciosa sferica che conosciamo oggi.