Il 14 febbraio 2024 ha segnato l’inizio di una nuova era nell’esplorazione spaziale con il telescopio Euclid dell’ESA, che si è avventurato nell’indagine dell’Universo oscuro. Dopo il lancio avvenuto il primo luglio del 2023 e una fase di test approfonditi, unitamente a una necessaria fase di riprogettazione dovuta a specifiche problematiche riscontrate, Euclid ha ora intrapreso un’ambiziosa missione di sei anni volta all’osservazione di miliardi di galassie, permettendoci di viaggiare indietro nel tempo fino a 10 miliardi di anni fa, per scrutare i segreti più reconditi del cosmo.
Euclid rappresenta il telescopio più sofisticato mai realizzato in Europa, posizionandosi come uno dei progetti più arditi nel panorama dell’astrofisica globale. Il progetto vede un’importante collaborazione tra diversi paesi europei, con l’Italia che gioca un ruolo di primo piano grazie al sostegno dell’ASI e alla collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). La missione di Euclid è focalizzata sullo studio approfondito di quella parte dell’Universo che ancora ci è largamente sconosciuta, costituita per il 95% da materia oscura ed energia oscura, entità misteriose la cui natura sfugge ancora alla nostra comprensione.
Ben 50.000 galassie alla volta
Una delle caratteristiche distintive di Euclid è la sua capacità unica di osservare estese porzioni di cielo in un unico momento. Adottando la tecnica di osservazione “step-and-stare“, Euclid fissa una determinata area del cielo per circa 70 minuti, raccogliendo immagini e spettri, per poi spostarsi rapidamente nella successiva zona di osservazione in soli 4 minuti. Questo processo sarà ripetuto oltre 40mila volte nel corso della missione, permettendo al telescopio di mappare più di un terzo del cielo. La straordinaria sensibilità dei suoi strumenti consentirà di catturare un numero incredibile di galassie, offrendo un dettaglio senza precedenti sulla loro forma nel corso di miliardi di anni, e fornendo una visione tridimensionale della distribuzione della materia oscura nell’Universo.
Le prime immagini di test raccolte da Euclid hanno rivelato la presenza di artefatti indesiderati dovuti a infiltrazioni di luce solare. Questo ha richiesto una riprogettazione della missione per garantire che l’osservazione potesse avvenire senza interferenze, modificando l’orientamento del telescopio rispetto al Sole. Grazie a una strategia rinnovata e a un’attenta pianificazione, è stato possibile minimizzare l’impatto di questa luce diffusa, assicurando che Euclid possa coprire le aree di cielo necessarie per la sua ricerca.
La missione Euclid si articolerà principalmente in due tipi di indagini: una “Wide Survey“, che coprirà più di un terzo del cielo, e una “Deep Survey“, più dettagliata, che si concentrerà su specifiche aree con maggiore precisione. Nonostante la riprogettazione abbia introdotto nuove sfide, la soluzione adottata ha permesso di ottimizzare le sovrapposizioni tra le osservazioni, massimizzando l’efficienza della missione senza comprometterne gli obiettivi.
Con l’inizio ufficiale delle attività scientifiche, Euclid si appresta a osservare un’area di 130 gradi quadrati, promettendo di svelare nuovi misteri dell’Universo oscuro. I risultati di questa entusiasmante avventura saranno condivisi con la comunità scientifica a partire dall’estate del 2026, con anticipazioni già nella primavera del 2025.