L’agenzia NOAA, attraverso il suo Space Weather Prediction Center, ha emesso un avviso di tempesta geomagnetica prevista per il 2 marzo 2024. La causa di questa allerta è un’espulsione di massa coronale (CME) che, originata da un filamento magnetico associato alla macchia solare AR3592, si sta avvicinando al campo magnetico terrestre. Tale fenomeno, avvenuto ieri, potrebbe avere ripercussioni significative, innescando una tempesta di classe G1.
Un filamento magnetico rappresenta una struttura solare composta da gas ionizzato, in maggior parte idrogeno, tenuto insieme da un campo magnetico intricato. Queste strutture, situate prevalentemente nelle aree coronali del Sole, si manifestano come linee scure sul disco solare durante l’osservazione. Proprio per la loro connessione con zone di elevata attività magnetica, come le macchie solari, i filamenti magnetici svolgono un ruolo cruciale nell’attività solare. Possono estendersi per migliaia di chilometri e restare stabili per periodi prolungati, fino a quando non si rompono, liberando materiale nello spazio e generando CME. Questi eventi influenzano il clima spaziale terrestre, interferendo con le comunicazioni e i sistemi di alimentazione.
Caratteristiche delle tempeste geomagnetiche
Le espulsioni di massa coronale sono potenti liberazioni di plasma e campi magnetici dal Sole. Avvengono in regioni attive del Sole dove i campi magnetici sono particolarmente intensi e complessi. La frammentazione di questi campi porta al rilascio di vasti volumi di plasma solare che, spostandosi nello spazio interplanetario, possono interagire con il campo magnetico terrestre causando tempeste geomagnetiche. Le CME rappresentano una minaccia per le comunicazioni satellitari, le reti elettriche e i sistemi di navigazione. La loro osservazione e analisi sono fondamentali per anticipare gli impatti sul nostro pianeta e attuare strategie preventive.
Le tempeste geomagnetiche nascono dall’interazione tra il campo magnetico della Terra e le energie solari, in particolare quelle portate dalle CME. Questi eventi disturbano la magnetosfera terrestre, causando variazioni nei campi magnetici che possono portare a fenomeni visivi come le aurore boreali, ma anche a disturbi nelle comunicazioni radio, danni ai satelliti e problemi ai sistemi di navigazione. La NOAA, con il suo SWPC, monitora queste tempeste classificandole in una scala da G1 a G5, con G1 che indica tempeste di lieve entità e G5 che segnala tempeste estreme, potenzialmente dannose per le infrastrutture tecniche e di comunicazione.