L’attività solare non cessa di destare preoccupazioni, nemmeno ora che sembrava in leggero decremento. Un nuovo ed evidente flare, ossia un’esplosione delle superficie solare, è stato emesso dalla regione attiva 1515. La stessa che, in passato, aveva emesso numerose eruzioni di classe M.
Quella dei giorni scorsi è stata un’eruzione di intensità pari a X 1,1. La regione interessata ha abbandonato il fronte terra, ma per gli astronomi resta ancora difficile, determinare la direzione della tempesta geomagnetica che in questi giorni sta interessando la nostra stella. Si tratta comunque dell’evento più forte registrato dalla stessa macchia solare e la più potente dell’estate. La forte eruzione, inoltre, è stata seguita da un’intensa esplosione di massa coronale (CME).
Il flare di classe X1,1 è stato osservato dal Solar Dynamics Observatory della Nasa. L’esplosione ha scagliato una nube di plasma che non dovrebbe essere diretta verso la Terra. La regione solare attiva dalla quale provengono questi brillamenti si estende per 191 mila chilometri di superficie. Questa non è l’unica presente sul Sole. Diverse altre macchie solari sono in fase di evoluzione e sarebbero sintomo di attività solare. Come ormai noto, il Sole è nella sua fase attiva del ciclo undecennale che lo porta a questo tipo di eruzioni. Quella attuale è stata denominata “ciclo solare 24“, il cui picco è previsto per il 2013.
Secondo quanto sostiene il NOAA (National Oceanic and Atmpspheric Administration), il nostro pianeta non rischia di venire colpito da questi brillantamenti solari, ma ne sarà oggetto solo in maniera parziale. Ad ogni modo, il livello di allerta rimane alto. Secondo le prime stime esso oscillerebbe sui livelli 3 e 4. Tuttavia ciò non comporterebbe alcun pericolo per gli astronauti impegnati a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, i quali però saranno costretti a limitare le proprie operazioni al di fuori delle navicelle.