Il 26 agosto 2024, una massiccia espulsione di massa coronale (CME) proveniente dal Sole raggiungerà la Terra, con la possibilità di scatenare una tempesta geomagnetica. Questo evento è il risultato di un’eruzione solare di classe C6, avvenuta il 23 agosto.
Secondo le previsioni, la CME potrebbe generare una tempesta geomagnetica di classe G1, la più bassa nella scala di intensità, ma i rischi di intensificazione non sono esclusi. Infatti, il nostro pianeta è attualmente sotto l’effetto di altre due espulsioni coronali, che potrebbero sovrapporsi e aumentare la potenza del fenomeno.
Espulsioni di Massa Coronale: caratteristiche e pericoli
Le espulsioni di massa coronale (CME) sono enormi esplosioni di plasma ionizzato che si verificano nella corona solare, la regione più esterna del Sole. Questi fenomeni si originano da instabilità nei campi magnetici del Sole, che, quando si riconfigurano improvvisamente, liberano immense quantità di energia. Le CME possono viaggiare a velocità superiori ai 2 milioni di chilometri all’ora e trasportare miliardi di tonnellate di materiale solare nello spazio. Quando una di queste espulsioni raggiunge la Terra, interagisce con la magnetosfera, causando una varietà di effetti.
Tra i principali rischi associati alle CME vi sono le interferenze nelle comunicazioni radio, i blackout dei segnali GPS e potenziali danni ai satelliti. In alcuni casi, le tempeste geomagnetiche possono provocare interruzioni di corrente su vasta scala, come accaduto durante l’evento di Carrington del 1859, la più potente tempesta geomagnetica registrata nella storia. Un fenomeno di questa portata oggi potrebbe causare danni per miliardi di dollari, interrompendo infrastrutture critiche in tutto il mondo.
Le tempeste geomagnetiche sono classificate in una scala che va da G1 (minima) a G5 (estrema). Una tempesta di classe G1 può provocare lievi disturbi alle reti elettriche, ma se combinata con altre CME, potrebbe raggiungere la classe G2 o addirittura G3, causando problemi più significativi.
Possibili impatti e spettacoli naturali
Sebbene le CME possano causare disagi tecnologici, offrono anche uno spettacolo naturale affascinante: le aurore polari. Questi fenomeni luminosi si verificano quando le particelle cariche provenienti dal Sole interagiscono con l’atmosfera terrestre, creando tende di luce colorata nel cielo notturno. Durante il picco di attività solare, come quello previsto nei prossimi anni, le aurore possono essere visibili a latitudini insolitamente basse. Nel caso della CME del 26 agosto, le aurore potrebbero essere visibili non solo nelle regioni artiche, ma anche in aree più meridionali del Canada, degli Stati Uniti e dell’Europa.
Le aurore sono un segno visibile di ciò che avviene nello spazio attorno alla Terra. Quando una CME colpisce la magnetosfera, la compressione del campo magnetico terrestre fa sì che le particelle solari penetrino nelle regioni polari, dove interagiscono con gli atomi dell’atmosfera, producendo le spettacolari aurore boreali e australi.
Gli scienziati stanno monitorando attentamente l’arrivo della CME per valutare l’intensità della tempesta geomagnetica che potrebbe generarsi. Le previsioni attuali suggeriscono che l’impatto principale avverrà il 26 agosto, ma gli effetti potrebbero protrarsi per diversi giorni.
Le compagnie di telecomunicazioni e le reti elettriche sono in allerta, pronte ad affrontare eventuali problemi. Nel frattempo, gli appassionati di astronomia e gli abitanti delle regioni settentrionali del pianeta potrebbero godere di uno spettacolo naturale unico, con aurore visibili anche a latitudini inusuali.