Un forte solar flare o brillantamento solare ha alterato le comunicazioni radio ad alta frequenza per oltre un’ora nel pomeriggio di mercoledì scorso. Secondo la National Oceanic and Atmospheric Administration, il brillamento solare X1 potrebbe aver causato una espulsione di massa coronale. Tuttavia, non è ancor chiaro se una tempesta geomagnetica potrebbe avere un impatto sulla Terra.
Martedì scorso, un altro flare solare di medie dimensioni aveva interferito allo stesso modo sulle comunicazioni radio ad altra frequenza. Sebbene l’evento registrato sia stato più debole, è comunque durato più di sei ore. Una successiva CME ha quindi messo sull’avviso gli addetti ai lavori circa la probabilità di una tempesta geomagnetica di moderata intensità attesa per il 12 settembre.
Secondo il NOAA, entrambi i brillamenti solari avrebbero origine nella regione solare denominata AR 2158, ovvero la stessa dove risiede una macchia solare storicamente attiva. Anche se sono rare, le forti tempeste geomagnetiche possono causare problemi “catastrofici”. Le tempeste solari, infatti, possono interferire con le comunicazioni radio e satellitari, le apparecchiature di navigazione e le reti elettriche.
Il portavoce NOAA, Bill Murtagh, ha affermato di non essere certo che il brillamento solare della giornata di ieri possa causare nelle prossime ore disturbi notevoli. Mentre gli scienziati sono ancora intenti nella raccolta dei dati, essi sono comunque tenuti a fornire maggiori dettagli.
Il Geophysical Institute controlla l’attività solare, facendo previsioni a breve e lungo termine. I meteorologi sostengono che gli effetti delle eruzioni solari di questa settimana “potrebbero raggiungere la Terra” e “i disturbi dovrebbero tradursi in un aumento dell’attività aurorale in qualsiasi momento per tre o quattro giorni”.