Eruzione solare. Ieri, mentre in Italia erano circa la 16, le radiazioni originate dall’espulsione di massa coronale si sono scontrate con il campo magnetico della Terra. L’afflusso di particelle ha amplificato la tempesta di radiazioni, che, secondo gli esperti della Nasa è la più violenta dal 2003.
Le previsioni del NOAA Space Center Prediction hanno classificato il fenomeno come “forte” – o S3 (con S5 come categoria più alta). E la Nasa ha messo in guardia sulle possibili conseguenze che potrebbero investire il pianeta anche oggi, soprattutto nelle zona settentrionale del globo. Tuttavia, senza grosse conseguenze.
L’eplosione è iniziata la scorsa domenica, e da ormai tre giorni la radiazione – sotto forma di protoni – viene stata spazzata via dal Sole ad una velocità pari a 93 milioni di miglia all’ora.
“Quando queste espulsioni di massa coronale colpiscono il campo magnetico della Terra, lo ‘energizzano’ e lo fanno oscillare” ha spiegato Doug Biesecker fisico della Nasa. Durante le tempeste solari, tali fluttuazioni possono compromettere temporaneamente la navigazione, le comunicazioni satellitari e altri sistemi.
Come gestire tali situazioni? Quando tali eventi sono diretti verso la Terra, i gestori delle rete di alimentazione e altri operatori satellitari possono passare in modalità standby i sistemi e rinunciare temporaneamente alla comunicazione tra il controllo a terra e i dispositivi in orbita per evitare ulteriori problemi.
A rischio, durante le tempeste solari, sono soprattutto i voli nelle rotte polari. Lungo questi percorsi, secondo il Noaa, i piloti dipendono da comunicazioni radio ad alta frequenza (HF) che, tuttavia, sono vulnerabili a questo genere di perturbazioni. Non corrono rischi nemmeno gli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, per i quali non sono previste misure straordinarie.
Sebbene le comunicazioni radio siano state ostacolate dalla forte tempesta di radiazioni già da lunedì, insieme a segnalazioni di errori, non ci sono stati grossi problemi e quelli verificatisi ieri sui sistemi satellitari sono stati facilmente gestibili.
Passato il picco, ciò che resta del fenomeno sarà lo spettacolo delle aurore, dai vivacissimi colori, visibili soprattutto dagli Stati Uniti, da New York e soprattutto dalla zona settentrionale del continente americano.