Si è svolto anche quest’anno, il 18, 19 e 20 ottobre, l’appuntamento con la fiera dell’Innovazione: la Maker Faire Rome – the European Edition, ovvero il più grande evento di innovazione al mondo, che mette al centro creatività e inventiva nel mondo dell’ICT, della robotica e dell’automazione. Un’occasione per gli innovatori del terzo millennio di mostrare e condividere con il pubblico i progetti a cui stanno lavorando.
Per il sesto anno consecutivo, Eni è stata media partner di Maker Faire Rome, imperdibile occasione per l’azienda di mostrare la sperimentazione su cui è stata focalizzata negli ultimi tempi: ovvero sul ricavare energia dall’acqua del mare.
All’interno del Padiglione 3 della Fiera, Eni è stata presente con uno spazio di oltre 600 mq, progettato per il secondo anno consecutivo con lo Studio di design Carlo Ratti Associati, per raccontare l’impegno dell’azienda sui temi della Ricerca e Innovazione attraverso l’esposizione delle 4 principali tecnologie adottate per sfruttare la più grande fonte di energia rinnovabile: il mare.
La “Culla dell’Energia”
Il primo progetto in cui ci siamo imbattuti è ISWEC: la “Culla dell’Energia”, tecnologia italiana sviluppata insieme al Politecnico di Torino, in grado di trasformare le onde in energia economicamente e ambientalmente sostenibile. Il primo impianto sperimentale al mondo di generazione elettrica integrata da moto ondoso e fotovoltaico, progettato per produrre fino a 50 kW di potenza, in grado di convertire l’energia delle onde del mare in energia elettrica, riuscendo ad adattarsi alle condizioni del mare per garantire un’elevata efficienza di conversione. Le caratteristiche del Mare Adriatico assicurano la raccolta dati e l’analisi delle performance di ISWEC durante il periodo di mare mosso, mentre con il mare piatto consentono di effettuare lavori di manutenzione e miglioramento del sistema. Il sistema virtualmente garantisce produzione di energia nell’arco di tutto l’anno grazie al sole d’estate e alle onde d’inverno, data la loro elevata complementarietà.
Power Buoy
La seconda tecnologia presentata da Eni è la Power Buoy: una boa in grado, attraverso il suo galleggiante, di seguire le onde e, attraverso il movimento relativo e reciproco tra la boa e la sua struttura, di produrre energia elettrica che viene stoccata nelle batterie al suo interno. Queste ultime possono essere usate per alimentare sistemi come i droni sottomarini o i campi sottomarini. Una tecnologia per la produzione dell’energia da onde in grado di aumentare l’eccellenza operativa delle attività offshore.
Biofissazione Intensificata della CO2
La terza tecnologia dedicata al mare è il reattore biologico in grado di riprodurre il processo di fotosintesi clorofilliana: un impianto sperimentale di nuova generazione di Biofissazione Intensificata della CO2 per la produzione di bio-olio algale. Il progetto applica concretamente il modello Eni di società dell’energia pienamente integrata e compie un passo importante nell’ottica della sostenibilità economica e ambientale. L’impianto sperimentale, a regime, ha capacità di cattura pari a circa 80 tonnellate/anno di CO2 e produrre tra le 20 e le 40 tonnellate/anno di farina algale da cui viene prodotto il bio-olio.
Partendo quindi dall’assunto che le onde sono la più grande fonte di energia rinnovabile inutilizzata al mondo, ci è chiaro l’obiettivo di Eni di voler sperimentare e puntare sempre più verso un’economia circolare e sempre più verso lo sfruttamento delle fonti rinnovabili in un’ottica di decarbonizzazione, come l’acqua del mare, per produrre l’energia, in un momento storico in cui non è solo necessario ma indispensabile riflettere e cercare soluzioni alternative.
Place
Place è il primo esempio nazionale di conversione di una piattaforma in un sistema di acquacultura integrata, in un’ottica di economia circolare a supporto di uno sviluppo sostenibile del mare.
In collaborazione con Eni.