Nella giornata di ieri, venerdì 12 luglio 2024, i commissari europei al mercato interno, Thierry Breton, e alla concorrenza, Margrethe Vestager, hanno nuovamente puntato il dito contro X, l’ex Twitter ora di proprietà di Musk. Il magnate non è rimasto in silenzio e ha deciso di rispondere con determinazione.
La Commissione ha accusato la piattaforma di non essere conforme in aree chiave al Digital Services Act (DSA), la normativa dell’Unione Europea sui servizi digitali.
Le accuse mosse contro X
La Commissione ha accusato X di diversi problemi tra cui la gestione del rischio, la moderazione dei contenuti, i “dark patterns”, la trasparenza pubblicitaria e l’accesso ai dati per i ricercatori. Tra le accuse, vi è quella che le spunte blu ingannino gli utenti facendoli credere che indichino fonti di informazione affidabili.
Tuttavia, queste spunte rappresentano solo account premium con funzioni avanzate a pagamento e identità verificate. L’amministratore delegato di X, Linda Yaccarino, ha difeso il sistema, affermando:
Un sistema democratizzato, che consente a tutti in tutta Europa di accedere alla verifica, è meglio della verifica solo per pochi privilegiati. Siamo al fianco di tutti coloro che su X e in Europa credono nel flusso aperto di informazioni e sostengono l’innovazione.
Vestager ha inoltre criticato X per non rispettare gli obblighi di trasparenza sugli annunci pubblicitari e per bloccare l’accesso ai dati da parte dei “ricercatori”, definiti da Musk come agenti di censura. Secondo Musk, la vera intenzione della Commissione è costringere X a moderare i contenuti, ristabilendo le vecchie pratiche censorie di Twitter durante la pandemia e le elezioni presidenziali USA del 2020.
La rivelazione di Musk sull’accordo segreto
Elon Musk ha risposto alle accuse su X, definendo il DSA come “disinformazione”. Ha inoltre rivelato un retroscena delle trattative tra X e Bruxelles:
La Commissione europea ha offerto a X un accordo segreto illegale: se censurassimo in silenzio i messaggi degli utenti, senza dirlo a nessuno, non ci multerebbero. Le altre piattaforme hanno accettato l’accordo. X no.
Musk ha suggerito che la mossa della Commissione sia una rappresaglia per il rifiuto di X di accettare tali condizioni, e ha dichiarato di attendere con ansia una battaglia pubblica in tribunale per far conoscere la verità ai cittadini europei.
Breton ha affermato che il DSA permette a qualsiasi piattaforma di grandi dimensioni di offrire impegni per risolvere un caso:
È il tuo team che ha chiesto alla Commissione di spiegare il processo di risoluzione e di chiarire le nostre preoccupazioni. Lo abbiamo fatto in linea con le procedure normative stabilite. Sta a te decidere se offrire impegni oppure no.
La battaglia per la libertà di espressione continua
In sostanza, la disputa tra Musk e la Commissione Europea mette in evidenza le profonde differenze di vedute sul ruolo della moderazione dei contenuti e sulla libertà di espressione. Musk accusa l’Ue di voler imporre un sistema di censura e controllo delle informazioni, mentre la Commissione difende il DSA come uno strumento per garantire la trasparenza e combattere la disinformazione.
La battaglia tra Elon Musk e la Commissione Europea è destinata a continuare, con implicazioni significative per il futuro della libertà di espressione e della regolamentazione delle piattaforme digitali in Europa.