In un mondo dove la tecnologia sembra avanzare a passi da gigante, i ladri di auto hanno adottato un metodo sorprendentemente astuto e nostalgico per commettere i loro crimini. Il protagonista di questa nuova ondata di furti d’auto è un artefatto tecnologico considerato obsoleto: il Nokia 3310. Sì, quel mattone indistruttibile che ha popolato le tasche di tutti negli anni ’90. Questo cellulare, icona di una generazione passata, è stato trasformato in uno strumento di scasso sofisticato e altamente efficace.
Quando guardiamo il nostro veicolo, ci aspettiamo che sia sicuro, protetto dalle moderne misure di sicurezza. Tuttavia, la realtà è inquietante. I ladri, con un semplice Nokia 3310 in mano, sono in grado di violare sistemi di sicurezza che riteniamo impenetrabili. Si infiltrano con destrezza nel sistema della vettura, sfruttando un punto apparentemente insignificante: un parafango anteriore leggermente spostato o un piccolo spazio tra i componenti.
Il trucco del Nokia 3310
Le principali vittime sono le auto elettriche: simbolo di un futuro sostenibile, sono diventate il nuovo Eldorado per i malviventi. Sono le batterie, con il loro valore astronomico, a far gola, diventando un bersaglio tanto ambito quanto raramente coperto dalle polizze assicurative contro il furto. Se qualcosa non quadra con il parafango della tua auto, potrebbe essere l’inizio di un incubo: l’accesso non autorizzato al sistema elettronico centrale del tuo veicolo, orchestrato da un telefono antico camuffato da strumento tecnologico.
Con una semplicità agghiacciante, il modus operandi dei ladri è degno di un film di spionaggio. Il ladro, armato di un Nokia 3310, non utilizza il dispositivo per una chiamata nostalgica, ma come un cavallo di Troia. Non si tratta infatti di un telefono datato, ma di un sofisticato strumento di hacking “travestito” da telefonino degli anni Novanta. Collegandosi attraverso un cavo USB, il ladro accede al sistema centrale del veicolo, manipolando l’elettronica e disabilitando i sistemi di sicurezza.