Un evento cosmico di straordinaria rarità sta per illuminare le nostre notti estive: l’esplosione dell’astro binario T Coronae Borealis (T CrB), visibile a occhio nudo, che non si ripeterà prima del 2104.
Gli astronomi di tutto il mondo sono in fermento, aspettando questo momento da quasi ottant’anni. Per la prima volta dal 1946, l’astro T Coronae Borealis tornerà a splendere con una luce tale da poter competere con l’astro polare, nonostante la distanza di 2600 anni luce dalla Terra. L’esplosione di questa stella, nota come nova, è attesa tra marzo e settembre 2024, mettendo a dura prova la pazienza dei ricercatori.
T Coronae Borealis non è una nova comune, ma una nova ricorrente, un fenomeno ciclico che si ripete ogni pochi decenni o meno. Questo tipo di esplosioni è estremamente raro, con solo dieci eventi simili registrati nella Via Lattea, una galassia che conta tra i 200 e 400 miliardi di stelle.
Il comportamento della stella suggerisce una prossima esplosione. Già nel 2023, gli scienziati hanno osservato un lieve oscuramento, fenomeno che precede l’eruzione. Sumner Starrfield, professore dell’Università dell’Arizona, ha dichiarato:
Sembra che l’astro si comporti in modo simile a come fece prima dell’esplosione del 1946. Tuttavia, queste sono solo stime e l’esplosione potrebbe avvenire anche tra qualche anno.
Pochi giorni di spettacolo
L’esplosione della nova T CrB è il risultato dell’interazione tra una nana bianca e una gigante rossa, entrambe più grandi del nostro Sole. La gigante rossa, instabile, perde materiale che viene assorbito dalla nana bianca. Questo accumulo porta la temperatura della nana bianca oltre i 10 milioni di gradi Celsius, innescando una serie di reazioni termonucleari che producono una luminosità visibile anche dalla Terra.
Normalmente, T Coronae Borealis è troppo debole per essere vista a occhio nudo. Durante l’esplosione, però, la sua magnitudine potrebbe passare da dieci a due, rendendola una delle stelle più luminose del cielo. Situata nella costellazione della Corona Boreale, facilmente identificabile vicino al “manico del carro” della Grande Orsa, l’astro offrirà uno spettacolo visibile solo per poche ore al massimo della sua luminosità e scomparirà dall’occhio nudo entro una settimana.
Bradley Schaefer, professore emerito dell’Università di Stato della Louisiana, conferma:
Il picco di luminosità durerà solo poche ore e diminuirà rapidamente. Non sarà più visibile a occhio nudo dopo circa una settimana.
Nel 1946, l’astronomo Leslie Peltier, che aveva previsto l’esplosione, mancò l’evento a causa di un malanno, dimostrando quanto sia fugace e preziosa questa opportunità.