Dodicenne costruisce il raggio della morte di Archimede funzionante: risolto l’antichissimo dibattito storico

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raggio della morte di Archimede
@Wikimedia Commons

Un giovanissimo studente della terza media in Ontario, Canada, ha apportato un contributo significativo alla risoluzione di un dibattito storico che perdura da secoli. La sua ricerca ha riguardato il leggendario “raggio della morte” attribuito ad Archimede, il geniale inventore dell’antica Grecia, il quale avrebbe progettato un’arma capace di incendiare le navi nemiche utilizzando soltanto i raggi solari. Questo dispositivo, seppur avvolto nel mistero e nell’incredulità di molti studiosi, sarebbe stato impiegato con effetti devastanti contro la flotta romana durante l’assedio di Siracusa tra il 213 e il 212 a.C.

Brenden Sener, il dodicenne protagonista di questa straordinaria verifica, ha costruito una versione in miniatura del dispositivo per testarne l’efficacia. La sua ricerca ha dimostrato che il principio di funzionamento del raggio della morte è valido e che, teoricamente, avrebbe potuto essere utilizzato in ambito bellico. Secondo le cronache dell’epoca, durante l’assedio di Siracusa, le difese della città si avvalsero delle ingegnose invenzioni di Archimede, tra cui il noto Artiglio di Archimede e, appunto, il raggio della morte, che avrebbe incendiato le navi romane grazie a specchi disposti lungo la baia per concentrare i raggi solari.

Nonostante alcune figure di spicco, come il filosofo francese René Descartes, abbiano scartato l’esistenza reale di tale arma, esperimenti moderni, inclusa una celebre prova condotta dal Massachusetts Institute of Technology nel 2005, hanno mostrato risultati promettenti, riuscendo a incendiare una nave in soli 11 minuti.

Le teorie sull’antico dispositivo greco

Senza la possibilità di sperimentare su vere navi nemiche, Sener ha optato per un modello da laboratorio, impiegando specchi concavi e lampade LED. I suoi test hanno rivelato che l’aggiunta di ogni specchio incrementava la temperatura del bersaglio di 2°C (3,6°F) fino al terzo specchio, mentre l’inserimento di un quarto specchio provocava un aumento di temperatura di 8°C (14,4°F). Ripetendo l’esperimento con una lampada da 100 watt, ha osservato un incremento di temperatura ancora maggiore.

Sener conclude che, con una fonte di calore adeguatamente potente e l’uso di specchi più grandi opportunamente angolati, la combustione delle navi nemiche avrebbe potuto effettivamente verificarsi. Tuttavia, ammette che non esistono prove archeologiche dirette dell’esistenza del raggio della morte, al di là delle descrizioni fornite dagli antichi filosofi.

Per il suo impegno e la sua innovativa ricerca, Brenden Sener ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui la medaglia d’oro alla Matthews Hall Annual Science Fair, la medaglia d’oro alla Physical Sciences Thames Valley Science and Engineering Fair e il London Public Library Award, per aver stimolato l’interesse dei giovani verso la scienza e la tecnologia.