La città di Torino diventa protagonista nel campo della difesa planetaria con un’innovazione significativa: il Cubesat “Milani”. Questo nanosatellite, frutto dell’ingegno della Tyvak International, segna un passo importante per l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), rappresentando il primo dispositivo di tale genere a intraprendere una missione interplanetaria. Lo scopo principale di “Milani” è raccogliere dati cruciali su un asteroide, contribuendo allo studio delle strategie per deviarne la traiettoria o distruggerlo in caso di rischio di collisione con la Terra.
Realizzato interamente a Torino, presso lo stabilimento in via Orvieto 19, il Cubesat “Milani” è stato recentemente consegnato all’ESA. La sua missione è di accompagnare la nave madre “Hera” in un’avventura spaziale della durata di due anni, destinata a raggiungere l’asteroide Didymos, situato a quasi 500 milioni di chilometri dalla Terra. Attraverso rilevazioni scientifiche, “Milani” esplorerà la composizione dell’asteroide, fornendo dati preziosi per un’eventuale operazione di difesa del nostro pianeta. È fondamentale sottolineare che l’asteroide Didymos non rappresenta una minaccia attuale di collisione, ma la missione si pone come una sperimentazione critica per la sicurezza terrestre.
Il ruolo chiave del Cubesat “Milani” nell’esplorazione spaziale
Giuseppe Santangelo, managing director di Tyvak, enfatizza l’importanza scientifica della missione di “Milani”, che si distinguerà per essere il primo cubesat a orbitare attorno a un asteroide. Equipaggiato con una camera iperspettrale, il satellite si dedicherà allo studio della morfologia dell’asteroide e, mediante uno strumento denominato “Vista”, analizzerà le polveri circostanti per investigare la possibile presenza di forme di vita passate o presenti.
Il lancio di “Hera” è previsto in Florida il 7 ottobre, seguito da due anni di viaggio interplanetario e sei mesi di operazioni scientifiche. L’ambizione è anche quella di tentare un atterraggio sul’asteroide, mantenendo una comunicazione costante con la nave madre attraverso altri satelliti a distanze considerevoli. Si tratta di un’impresa che punta a sfruttare tecnologie all’avanguardia per ottenere risultati senza precedenti.
La realizzazione e il successo di “Milani” sono il risultato della collaborazione tra diverse istituzioni, aziende e università italiane, finlandesi e ceche, tra cui i Politecnici di Torino e Milano, Altec, il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, e molte altre. Questo progetto non solo testimonia l’importanza della cooperazione internazionale nello spazio, ma segna anche un momento storico nell’esplorazione spaziale, come sottolineato da Ian Carnelli, responsabile del progetto Hera di ESA.
Il cubesat “Milani”, denominato in onore dell’astrofisico Andrea Milani scomparso nel 2018, è ora pronto per le fasi finali di preparazione prima del lancio. Grazie a questo sforzo collettivo, il satellite promette di aprire nuovi orizzonti nella protezione della Terra e nell’esplorazione dello spazio profondo.