La coppetta mestruale, che in Italia sta avendo una interessante diffusione solo negli ultimi anni, ha in realtà una storia già lunga alle spalle. La sua versione moderna è stata inventata negli anni ’30, e la maternità è da attribuire a Chalmers Leona, un’attrice statunitense.
Quando è stata lanciata sul mercato, nel 1937, non ha riscosso un immediato successo. Parte per ragioni di morale, termini medici come “vagina”, oppure “vaginite” non facevano ancora parte del lessico comunemente accettato. Una seconda ragione era di natura economica: la coppetta mestruale era, ed è, un acquisto a lungo termine, e chi la produce mette sul mercato un prodotto che rischia di non essere richiesto in breve, una volta acquistato.
Negli ultimi cinquant’anni ha visto comunque una crescita delle vendite, cerchiamo quindi di capire innanzitutto come si usa la coppetta mestruale, prima di approfondire alcuni suoi aspetti.
Coppetta mestruale, come usarla?
Come si usa una coppetta mestruale: il materiale è il TPE, un tipo di gomma termoplastica, oppure il silicone medico. La coppetta può essere di tre dimensioni: small, medium e large. La scelta della dimensione può variare in base alla forma fisica, alle gravidanze avute, alla quantità del flusso mestruale.
Iniziamo con il disinfettare la coppetta, facendola bollire per massimo cinque minuti dentro un pentolino di acqua; anche il forno a microonde può servire allo scopo. Poi laviamo le nostre mani, e la coppetta, con del detergente intimo oppure con un sapone delicato.
Ora possiamo afferrare la coppetta e piegarla su sé stessa (stringendo con le dita dalla base fino al bordo esterno) così da formare la lettera C. In alternativa possiamo arrotolarla come una spirale. La coppetta è realizzata in materiale flessibile e morbido, e dopo alcuni primi tentativi il piegamento dovrebbe risultare non particolarmente difficile.
Dobbiamo inserire la coppetta nella vagina e una volta terminata l’operazione ci basta togliere le dita, delicatamente, per sentire la coppetta aprirsi. Un buon modo per capire se la coppetta si è aperta per bene è provare a sentire un suono simile a un piccolo risucchio: quando riusciamo a sentire questo piccolo suono, la coppetta è stata posizionata correttamente.
Chi può usare la coppetta mestruale? E chi non la può usare?
Almeno in linea teorica la coppetta mestruale può essere utilizzata durante i giorni del ciclo anche da ragazze adolescenti che non abbiano ancora avuto un primo rapporto sessuale. L’uso della coppetta non ha a che vedere con la cosiddetta integrità dell’imene.
L’imene è una piccola membrana che si trova all’interno della vagina, la cui rottura può verificarsi durante il primo rapporto sessuale. La realtà dei fatti è in ogni caso più sfumata, come sempre, perché l’imene può rompersi anche per mezzo di altre sollecitazioni quali attività sportive, cadute, o perché nel canale vaginale sono stati introdotti oggetti di sorta: strumenti del ginecologo, dita, sex toys oppure assorbenti interni.
Decisamente più importante sapere in quali circostanze la coppetta mestruale non va assolutamente utilizzata: dopo un parto, in seguito a un aborto, dopo una colonscopia o dopo un intervento chirurgico vaginale. In tutti questi casi è necessario aspettare sei settimane prima di riprendere a utilizzare la coppetta in modo corrente.
L’uso delle coppette mestruali deve essere sospeso nei casi in cui si soffra di condilomi, di candidosi o di altri tipi di infezioni quali la vaginite la cervicite o nei casi di malformazioni o erosioni vaginali.
Quante ore si può tenere?
La tenuta di una coppetta non è stabilita una volta per tutte. Il flusso di un ciclo mestruale può essere di base abbondante o al contrario ridotto, e anche da ciclo a ciclo la quantità di sangue persa può variare notevolmente.
Se utilizziamo da poco questo dispositivo, l’ideale è cambiarlo con una certa frequenza, evitando di aspettare che sia piena. Un arco di tempo di riferimento è compreso tra le 6 e le 8 ore al massimo. Mantenere una coppetta oltre queste ore, senza cambiarla, è una pratica che dovrebbe essere evitata. Nella peggiore delle ipotesi è sempre consigliabile un cambio ogni 12 ore.
Oltre le 12 ore consecutive possono sorgere diversi problemi, non ultimo il proliferare dei batteri sulla coppetta. E sappiamo che quando ci sono batteri si corre il rischio di contrarre infezioni.
Come capire se la coppetta mestruale è piena?
Quando inseriamo la coppetta all’interno della vagina e quando poi la rilasciamo, la coppetta si apre creando un effetto sottovuoto. Effetto da cui dipende quel piccolo suono di risucchio a cui abbiamo accennato in precedenza.
Quanto una coppetta è piena, questo effetto di sottovuoto va perdendosi e non è infrequente percepire una sensazione particolare, come se si producessero delle bollicine. Questa sensazione di bollicine è uno dei segnali utili per capire che la coppetta deve essere sostituita.
Cosa ne pensano i ginecologi della coppetta mestruale?
C’è un consenso generale da parte della comunità dei ginecologi in merito all’uso della coppetta mestruale, ritenuta più igienica rispetto agli assorbenti interni. Anche perché le coppette sono realizzate ormai in materiali ipoallergenici, e possono essere indossate anche da chi risulta essere allergico al lattice.
I ginecologi sconsigliano tuttavia l’uso della coppetta mestruale nei casi in cui una donna abbia avuto un aborto o abbia subìto un’operazione. In questi casi è possibile che la parte del corpo in cui la coppetta va applicata abbia sviluppato maggiore sensibilità.
Quanto costa una coppetta mestruale?
Il costo di una coppetta mestruale varia da un minimo di 10 euro fino ad un massimo di circa 30 euro.
La differenza nei diversi prezzi della coppetta sul mercato può dipendere dal Paese nel quale è stata prodotta, dal materiale di realizzazione, da design e, infine, anche dalle dimensioni.