Cometa Lovejoy: sopravvissuta all’incontro col Sole

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Lovejoy perielio
lovejoy perielio

L’avevamo lasciata in attesa di raggiungere il perielio il 22 dicembre. E, a quanto pare, la cometa Lovejoy è sopravvissuta al suo passaggio ravvicinato ail Sole, al contrario della più nota cometa Ison, che l’aveva preceduta il mese scorso.

Lovejoy, dunque, il cui nome ufficiale è C/2013 R1, ha eseguito un’orbita forse meno pericolosa. Ad una distanza dalla nostra stella di oltre 121 milioni di chilometri, ha dimostrato di essere effettivamente la cometa di Natale.

In realtà, si tratta di una cometa di lungo periodo e la prossima volta che la vedremo avvicinarsi nei pressi della Terra sarà tra circa 7 mila anni. Un’occasione unica per noi. E Lovejoy ha dato bella mostra di sé, essendo ben visibile ad occhio nudo.

Ancora oggi, e nei giorni successivi al Natale, trovarla non sarà difficile. Un facile riferimento, infatti, è l’Orsa Maggiore. Da qui, occorre prolungare la linea immaginaria che collega le ultime due stelle del Grande Carro fino ad individuare la stella Arturo, ossia il corpo celeste più brillante della costellazione di Boote.

Le ore migliori per osservarla saranno quelle che precedono l’alba, quindi tra le 4 e le 5 del mattino. Come spiega Gianluca Masi, curatore scientifico del Planetario di Roma, “dal 22 dicembre in poi è visibile solo all’alba, a partire dalle cinque del mattino”. E come sempre si consiglia per ottenere una migliore visualizzazione dei corpi celesti, è meglio allontanarsi dai centri abitati e cercare luoghi bui. “È una cometa splendida ed estremamente fotogenica e mostra una notevole attività nell’evoluzione della coda”.

Obiettivi pronti.