Rimane ancora un mistero di come la cometa Lovejoy sia riuscita a sopravvivere al massimo avvicinamento al sole, 140.000 km. circa, e che tutti davano per spacciata, sciolta, vaporizzata.
Lovejoy vivrà almeno altri 314 anni, quando la sua orbita si riavvicinerà troppo pericolosamente al sole. E con essa vivrà anche il suo scopritore, Terry Lovejoy, astrofilo australiano amatore, che solo il 27 novembre scorso l’aveva per primo seguita nel suo percorso suicida.
Terry Lovejoy, giunto alla terza cometa scoperta, ha prima confermato con sé stesso la scoperta, di seguito fatto confermare da osservatori dotati di telescopi più potenti del suo e che ne hanno anche determinato l’orbita ed infine registrato la cometa con il nome di C/2011 W3 (Lovejoy).
Ma a dispetto della temperatura, superiore ad 1 milione di gradi centigradi, raggiunta alla distanza più vicina dal sole, 140.000 km. circa, la cometa ha fatto il suo bel giro ed è nuovamente sbucata da dietro il sole uscendo come se niente fosse dalla corona solare.
Chi aveva gridato allo scioglimento, ora fa mea culpa; chi lo aveva seguito, rimugina sui calcoli sulla massa, sbagliati. Ed alcuni cercheranno di capire la composizione della cometa, che potrebbe tornare buono.