La cometa Ison, ovvero la cometa del secolo e dalla lunga e luminescente coda verde, sta per avvicinarsi sempre di più, regalando immagini spettacolari provenienti da ogni parte del mondo.
Le ultime immagini, inoltre, mostrano una nuova caratteristica, una sorta di curvatura bulbosa della coda. Per mesi, gli astronomi dilettanti e professionisti hanno osservato crescere lentamente la lunghezza della coda di polveri, che ora si estende per quasi l'intero diametro di una Luna piena, per avere un'idea.
Negli ultimi due giorni, le foto scattate dagli astronomi rivelano quello che sembra essere uno ione nascente o una coda di gas. Le code di ioni sono composte da gas come il monossido di carbonio e il biossido di carbonio soffiato in una coda dritta e stretta dal vento solare ed elettrificata dalla fluorescenza della luce ultravioletta del sole. Essendo composta di ioni (particelle cariche), questi interagiscono con il vento del Sole ricco di particelle cariche. Le variazioni di intensità e la direzione del campo magnetico torcono le code di ioni in forme strane. Le esplosioni di particelle possono anche balzare fuori una coda di ioni. Solo qualche giorno dopo, infatti, se ne formerebbe subito un'altra.
Una coda a due punte non è il solo nuovo abbellimento della cometa Ison. La sua chioma interna sta diventando sempre più compatta e l'entità complessiva della cometa sebbene sia stata lenta, ha avuto uno sviluppo costante.
Gli astronomi, dediti allo studio delle comete e di altri piccoli corpi del sistema solare, evidenziano un rapido aumento della velocità di produzione di gas della cometa, già avviata nei giorni scorsi. Il picco potrebbe essere collegato, appunto, allo sviluppo della coda di ioni. I tassi di produzione delle polveri però sono rimasti costanti.
Il passaggio più vicino al Sole avverrà il prossimo 28 novembre. Sarà, dunque, interessante conoscerne gli sviluppi. La cometa Ison, infatti, è un corpo celeste ghiacciato proveniente dalla nube di Oort e, presto, affronterà la furia del Sole. Per questo motivo, ci si interroga sul destino della sua nube di polveri. C'è chi avanza l'ipotesi che sia la coda sia la cometa stessa possano dissolversi. Alcuni precedenti casi, infatti, registrarono una simile sorte. Fu il caso della cometa C/1999 S4 LINEAR nel 2000, ad esempio, o di C/2010 X1 Elenin nel 2011. Queste comete si avvicinarono alla nostra stella di circa 120 milioni di chilometri e, vaporizzandosi, scomparirono.
Avrà, dunque, Ison la necessaria forza interna per superare la prova ed avventurarsi ulteriormente sempre più in prossimità del calore solare? Sia quest'ultimo sia lo stress gravitazionale sul nucleo della cometa potrebbero facilmente produrre l'implosione del sistema. Se questo dovesse accadere a pochi giorni dal perielio, avremmo ben poco a cui assistere. Il nucleo stesso della cometa potrebbe disintegrarsi e formare una lunga e spettacolare coda di polveri di ghiaccio. Questo è esattamente quel che accadde alla cometa C/2011 W3 Lovejoy, nel dicembre 2011. Dopo uno stretto avvicinamento con la stella, il suo nucleo si disintegrò, producendo una coda impressionante vista dagli osservatori di molte parti del pianeta.
Ad ogni modo, lo scenario finale vede la cometa Ison spingersi intatta oltre ogni barriera e pronta a dare di sé uno splendido spettacolo. Qualunque cosa accada, però, sembra che la sorpresa sia assicurata.
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Federica Vitale
Image Credit: Space.com
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