L’8 settembre 2024, quando il Sole ha deciso di fare la sua comparsa con il solito spettacolo di luci, un filamento magnetico ha scelto proprio quel momento per farsi notare, eruttando dal quadrante nord-ovest (per chi volesse le coordinate precise: N16W22). Questa espulsione di massa coronale (CME) sta viaggiando verso di noi, puntando dritto sulla Terra.
Secondo le previsioni, l’incontro con la CME potrebbe generare una tempesta geomagnetica di livello G2 (moderata). Allo stesso tempo, l’aumento dell’attività solare ha già innalzato i livelli di protoni, causando una tempesta di radiazioni solari di livello S1, rilevata l’8 settembre alle 10:50.
Espulsione di Massa Coronale (CME) e il suo impatto
La CME è stata rilevata per la prima volta grazie alle immagini del coronografo LASCO C2 di ESA/NASA alle 01:36 UTC dell’8 settembre. Si prevede che questa espulsione raggiunga la Terra il 10 settembre. Le CME consistono in imponenti emissioni di gas ionizzato e campi magnetici che vengono proiettati dal Sole nello spazio interplanetario. Quando queste emissioni raggiungono la Terra, possono disturbare il campo magnetico terrestre, causando possibili problemi alle reti elettriche e ai sistemi di comunicazione, oltre a fenomeni atmosferici come le aurore boreali.
Effetti della tempesta geomagnetica G2
Anche se la situazione non è allarmante, ci potrebbero essere alcuni effetti da tenere in considerazione, soprattutto per chi lavora con tecnologie sensibili.
- Reti elettriche: La tempesta geomagnetica potrebbe causare delle leggere oscillazioni di tensione, che potrebbero far scattare alcuni allarmi nei sistemi di sicurezza. Se l’evento dovesse durare a lungo, esiste una remota possibilità che alcuni trasformatori subiscano danni, ma si tratta di scenari estremi.
- Comunicazioni: Le interferenze radio, in particolare per le frequenze alte (HF), potrebbero disturbare le trasmissioni nelle aree polari. In Italia, l’impatto su queste comunicazioni dovrebbe essere marginale.
- Aurore boreali: Sebbene normalmente visibili solo nelle regioni vicine al Polo Nord, una tempesta geomagnetica di livello G2 potrebbe far apparire aurore anche a latitudini più basse. Tuttavia, è improbabile che si possano osservare dalle nostre latitudini.
Tempesta di radiazioni solari S1
L’attività solare ha anche generato una tempesta di radiazioni solari di livello S1, classificata come minore. Pur potendo causare lievi disturbi alle comunicazioni radio nelle zone polari, non rappresenta una minaccia per la salute umana né per i satelliti in orbita. Questi eventi sono piuttosto comuni, verificandosi circa 50 volte per ciclo solare.
Anche se non costituiscono un pericolo grave, è importante monitorare l’evoluzione delle condizioni spaziali per proteggere i sistemi tecnologici sensibili.
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