La naturale predisposizione dell’uomo volta al controllo della natura e alla modellazione dei suoi elementi, sta sfociando nella più grande impresa di clonazione della storia umana. Adesso non è più questione di come clonare, ma cosa clonare: sono passati sedici anni da quando è stata clonata le pecora Dolly, e adesso alcuni scienziati russi e sudcoreani hanno firmato un accordo per cui, attraverso una ricerca congiunta, si propongono di clonare un Mammut lanoso vissuto circa 10.000 anni fa.
L’accordo è stato firmato in questi giorni da Vasily Vasiliev vice rettore dell’Università Federale Nord-orientale della Repubblica di Sakha, e Hwang Woo-Suk della South Korea’s Sooam Biotech Research Foundation. Attraverso i resti di un esemplare di Mammut lanoso estinto migliaia di anni fa nella tundra siberiana, gli scienziati si sono prefissati di ricavare delle cellule in buono stato, da cui estrapolare il nucleo, così da impiantarlo nelle cellule-uovo di un esemplare di elefante indiano. Il risultato sarebbe la nascita di un animale in tutto e per tutto identico ad un vero esemplare di Mammut. L’esperimento potrebbe funzionare, soprattutto in virtù del fatto che i DNA delle due specie sono simili per il 95%; e ciò, evidentemente, determina una buona probabilità di successo.
In passato erano stati già compiuti esperimenti del genere che, in seguito al danneggiamento del nucleo delle cellule, sono sfociati nel fallimento. La svolta, poi, è arrivata nel 2008, quando uno scienziato giapponese dell’università di Kobe, è riuscito a clonare un topo morto e congelato da 16 anni. Infine, l’ultimo tentativo è stato compiuto da Akira Iritan l’anno passato. In questi giorni riparte la sfida, e probabilmente, questa, sarà la volta decisiva.
Ma andiamo per gradi. Per clonazione si intende la riproduzione asessuata di un organismo vivente, la quale esiste anche in natura per alcune forme di invertebrati, piante e organismi unicellulari. In ogni cellula del corpo di qualsiasi organismo è contenuta una copia di tutto il DNA dello stesso, quindi tutte le informazioni strutturali e funzionali vi saranno custodite in maniera completa. Dal momento in cui una cellula-uovo viene privata del suo corredo cromosomico, e al suo interno viene impiantato il nucleo della cellula dell’organismo che si vuole clonare (in cui si trova il DNA), si avvia il processo di clonazione artificiale. Da quel momento la cellula può essere fecondata da un utero, nel quale si sviluppa un organismo in tutto e per tutto identico a quello di partenza.
Dal 1996, quando fu clonato il primo essere vivente artificialmente –la pecora Dolly– sono stati clonati moltissimi animali in laboratorio, con una media di successo del 30%; ma se l’esperimento di clonazione del Mammut andasse veramente a buon fine, sarebbe una svolta epocale per l’era della clonazione. A quel punto, infatti, non si tratterebbe di clonare un organismo di una specie presente sulla terra, ma si riportare in vita una specie estinta; il che, di per se, evidenzia l’importanza dei risultati.