In queste ore, siamo testimoni dell’impatto di un fenomeno astronomico di rilevanza: un gigantesco buco nell’atmosfera del Sole ha scagliato un potente flusso di vento solare in direzione della Terra. Oggi, 5 dicembre 2023, secondo le previsioni degli esperti, queste particelle cariche elettricamente, che costituiscono il plasma ultraveloce, stanno provocando tempeste geomagnetiche di varia intensità sul nostro pianeta. Tale fenomeno è il risultato dell’apertura dei campi magnetici del Sole in un’area nota come buco coronale, situata nella corona solare, che permette la fuoriuscita del vento solare a una velocità che può raggiungere gli 800 chilometri al secondo.
Grazie al Solar Dynamics Observatory (SDO) della NASA, lanciato nel 2010, è stato possibile osservare in dettaglio questo imponente buco coronale. Erika, un’astronoma canadese esperta in pianeti giganti gassosi, ha illustrato che nelle immagini della NASA il buco appare scuro a causa dell’assenza del gas caldo e incandescente, normalmente contenuto, ora liberato dall’apertura dei campi magnetici. Il fenomeno attuale differisce dall’espulsione di massa coronale (CME), che aveva generato la recente tempesta geomagnetica “cannibale”.
Potenziali effetti delle tempeste al 5 dicembre 2023
Le dimensioni del buco nell’atmosfera solare sono straordinarie, estendendosi per circa 800.000 chilometri, una misura equivalente a quasi 63 diametri terrestri. Nonostante la sua vastità, le tempeste geomagnetiche che stanno colpendo oggi non dovrebbero essere di intensità eccessiva. Secondo le previsioni di spaceweather.com, ci si attende tempeste di classe G1 (debole) o G2 (moderata). Tali tempeste possono influenzare la rete elettrica, le operazioni satellitari e il comportamento degli animali. Gli esperti, tuttavia, rimangono in allerta per l’eventualità di una tempesta geomagnetica di classe G5, la più intensa, che potrebbe avere conseguenze catastrofiche.
Le tempeste geomagnetiche in corso rendono possibile l’osservazione delle aurore polari, fenomeni ottici mozzafiato causati dall’interazione delle particelle cariche del vento solare con i gas atmosferici. Durante intense tempeste, le aurore possono apparire anche a latitudini insolitamente basse, rendendole visibili in luoghi come l’Italia, come già accaduto il 5 novembre scorso con il fenomeno SAR, inizialmente confuso con un’aurora polare.
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— Erika (@ExploreCosmos_) December 3, 2023