Nella giornata di domani, sabato 9 marzo 2024 è prevista l’arrivo di una tempesta geomagnetica di classe G1, come annunciato dallo Space Weather Prediction Center (SWPC) della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) statunitense. Questo evento solleva questioni pertinenti sia sul fenomeno in sé sia sui potenziali impatti che potrebbe avere.
La tempesta, che cade sotto la classificazione di intensità G1 nella scala dello SWPC, rappresenta un fenomeno a basso impatto ma non privo di rilevanza. La NOAA, ente di spicco nel settore delle previsioni meteorologiche e dello studio delle condizioni atmosferiche e oceaniche a livello globale, segnala che l’origine di questa perturbazione è l’effetto Russell-McPherron. Questo fenomeno, scoperto nel 1973, tende a manifestarsi in prossimità dei solstizi ed equinozi, derivante dall’interazione tra il campo magnetico terrestre e il vento solare.
Le tempeste geomagnetiche nascono dall’emissione di particelle cariche dal Sole, come elettroni e protoni, che, viaggiando nello spazio, costituiscono il cosiddetto vento solare. Questo flusso di particelle, una volta giunto in prossimità della Terra, interagisce con la magnetosfera terrestre, generando correnti elettriche e variazioni nel campo magnetico del pianeta, fenomeni che insieme definiscono una tempesta geomagnetica. Esse rappresentano perturbazioni temporanee del campo magnetico terrestre, innescate dalle fluttuazioni nel vento solare.
Implicazioni e rischi associati alle tempeste geomagnetiche
L’Istituto Geologico degli Stati Uniti (USGS) evidenzia come le tempeste geomagnetiche possano avere ripercussioni significative sulle infrastrutture tecnologiche. Le principali preoccupazioni riguardano le possibili interruzioni nelle comunicazioni e l’esposizione a un incremento delle radiazioni per gli astronauti. Inoltre, si sottolinea il rischio di danni ai satelliti. Nonostante su Terra gli effetti siano generalmente meno gravi, non si escludono potenziali interruzioni nelle reti elettriche e blackout.
L’allerta emessa dalla NOAA per la tempesta geomagnetica del 9 marzo 2024 serve come promemoria dell’importanza di monitorare e comprendere questi fenomeni celesti, non solo per la loro capacità di influenzare le attività spaziali e tecnologiche, ma anche per la loro influenza sul nostro pianeta a livello geofisico.