Luca Parmitano: oltre alle passeggiate gli esperimenti ‘green’ nello spazio

Entra nel nuovo canale WhatsApp di NextMe.it
Luca Parmitano esperimenti

Manca davvero poco ormai alla partenza di Luca Parmitano per la Stazione Spaziale Internazionale. Una missione di cruciale importanza quella che l’astronauta italiano si accinge a compiere, rivolta in un certo senso all’ambiente. Non a caso due degli esperimenti che Parmitano svolgerà nello spazio rientrano nel programma Green Air. Di che si tratta?

Sono Diapason e ICE (Italian Combustion Experiment). Diapason è stato realizzato dall’italiana DTM e consiste nella rilevazione nell’aria, attraverso una specifica apparecchiatura, di particelle di dimensione di pochi nanometri. A cosa servirà? L’esperimento avrà molteplici applicazioni nei futuri studi sull’inquinamento atmosferico.

Luca Parmitano, durante i suoi 180 giorni in orbita si occuperà anche di combustibili. In particolare, attraverso il secondo esperimento di Green Air, chiamato ICE, si occuperà dello studio dei combustibili del futuro, a basso impatto ambientale. Spiega l’Agenzia Spaziale Europea che verrà analizzato il comportamento di un biocombustibile la cui composizione è stata definita e proposta dall’Istituto Motori del CNR di Napoli.

Nel corso dell’intervista pubblicata su NextMe, Luca Parmitano ha spiegato l’importanza di questo tipo di esperimenti. “Le tecnologie al momento esistenti non consentono di costruire vettori spaziali (ovvero, i lanciatori) funzionanti con fonti di energia rinnovabili. Uno dei problemi è che le risorse destinate alla ricerca spaziale sono estremamente limitate, e chi gestisce i programmi spaziali si trova di fronte a un dilemma: come impiegare i fondi a disposizione cercando di creare nuove tecnologie (o migliorare quelle esistenti) senza intaccare i programmi in atto. Comunque la ricerca nel campo energetico continua: uno degli esperimenti che seguirò sulla Stazione (italiano, per altro – con la cooperazione dell’Agenzia Spaziale Italiana) si chiama Green Air e si prefigge di studiare il funzionamento di combustibili e comburenti per minimizzare le emissioni – in orbita come sulla Terra“.